Nervi perde un altro pezzo: «Marinella» non riapre più

Ormai è ufficiale, la «Marinella» di Nervi, storico ristorante-albergo sulla passeggiata a mare, non riaprirà i battenti. Almeno per un po'. Ieri in Sala Rossa l'assessore Franco Miceli, rispondendo a un'interrogazione del neo ex pidiellino Mario Baroni, ha annunciato che la società di gestione della struttura data in concessione alcuni anni fa, sarebbe stata dichiarata fallita dal Tribunale il 19 novembre scorso. La gestione dei 540 metri quadrati, ristrutturati anche «per le cure salsoiodiche» oltre che per gli stabilimenti balneari, il ristorante e le sedici camere, potrà essere messa a gara soltanto la prossima primavera. Bisognerà trovare un imprenditore in grado di sborsare qualche centinaia di migliaia di euro per il maquillage e quindi si spera che possa riaprire.
«Dopo avere lasciato nel degrado le piscine di Nervi, la Sportiva e Villa Oliva - tuona Baroni - il Comune non ha mosso un dito per salvare un altro pezzo storico della delegazione incastonato in uno degli angoli più belli di Genova e della Liguria. Nel giro di due o trecento metri intorno alla passeggiata, lo spettacolo è desolante, anzi indegno per quell'area che una volta era il fiore all'occhiello di Genova. Non si capisce perché Palazzo Tursi ha abbandonato il levante e non intervenga per contrastare il degrado del quartiere». «Non possiamo farci granché - allarga le braccia Miceli - i soldi a disposizione a bilancio sono quelli che sono. Per quello che riguarda la Marinella, struttura di pregio e valore, non si può intervenire direttamente perché si tratta di un edificio di proprietà del Demanio. Il Comune ha soltanto il compito di affidarlo in gestione tramite gara ed eventualmente si può studiare quali clausole inserire nel futuro contratto perché non si ripeta la situazione di abbandono e degrado. Tutto nasce nel 2007 quando il canone demaniale passa da 5mila euro a 106mila più il 10 per cento dell'imposta regionale. Una batosta per i gestori, che non sono riusciti più ad andare vanti con l'attività come speravano. Il Tribunale aveva loro concesso un canone intorno ai 59mila euro all'anno, ma poi i titolari non hanno pagato alcunché e quindi i giudici hanno stabilito che un canone da 120mila euro più l'imposta regionale. Speriamo di trovare qualcuno disposto ad acquisire la gestione».


Ieri Mario Baroni ha anche annunciato di avere lasciato il Pdl per confluire nel gruppo misto. Alle prossime elezioni l'ex pidiellino sosterrà il premier Monti. Il capogruppo di Sel Leonardo Chessa ha invece chiesto e ottenuto che Genova partecipi il 15 febbraio all'iniziativa nazionale «Mi illumino di meno».

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