«Quattro passi per liberare i Marò» La mobilitazione parte dalla Liguria

«Con Berlusconi li abbiamo sempre portati a casa, comunisti e non, qui invece se li sono dimenticati, e si tratta di due servitori dello Stato». Andrea Cambiaso entra a gamba tesa nella polemica sulla mancata liberazione dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone trattenuti in India in attesa di un processo. E riserva parole forti per descrivere l'incompetenza mostrata in questo frangente dal ministro degli Esteri, dall'ambasciatore e dal governo «in tutte le sue forme». La sua protesta però non si limita all'indignazione per una ferita aperta, ma si trasforma in una proposta concreta per far sentire ai due soldati italiani e all'Italia intera quando stia a cuore ai cittadini il loro destino.
«Facciamo una passeggiata all'ambasciata indiana a Roma - spiega il broker genovese, nonché presidente di Liguria Moderata che però precisa che in questo caso si tratta di un'iniziativa a titolo personale, non politica -. Un passaggio continuo davanti ai cancelli dell'ambasciata. “Quattro passi per i Marò”. Loro, gli indiani, dicono che i due soldati sono liberi di camminare nel loro territorio, benissimo. Noi facciamo lo stesso con loro: non li lasciamo uscire dai cancelli».
Prima dei «Quattro passi», Cambiaso aveva pensato anche di circondare l'ambasciata con un filo. «Ma sarebbe stata un'azione troppo debole. Io sono pronto a stare lì tutto il giorno, mi metto anche da solo con una sedia e non mi muovo. È inaccettabile che due soldati italiani siano trattenuti così. Bastava che andassero dieci parlamentari, ma visto che i Marò non portano voti, non importa niente a nessuno». Quando si trattava di liberare le due Simone, Pari e Torretta, allora c'era stata una mobilitazione generale, ricorda Cambiaso. «Per due servitori dello Stato che difendono il Paese, invece niente. Facciamo qualcosa noi allora». Chiunque voglia fare «Quattro passi per i Marò» può scrivere all'indirizzo mail andrea@cambiaso.com.

Intanto all'iniziativa lanciata dal vicecoordinatore metropolitano pdl, Gianni Plinio, per scrivere al governo italiano chiedendo la liberazione dei militari, ha già aderito il coordinatore provinciale di Forza Nuova, Mario Troviso che ha spedito una mail al ministero degli esteri.

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