Sette giorni perché Genova, città dell'inno nazionale, ricordi il patriota Goffredo Mameli e il clima del Risorgimento in cui nacque il celebre inno, definito dal suo autore «Il canto degli italiani». Sette giornate mameliane, appunto, che il Comune organizza con una serie di inziative da martedì all'11 dicembre.
Si comincia quindi il 4 alle 17 al Museo del Risorgimento, via Lomellini 11, con due incontri su «Origini e storia del Tricolore» e «Storie delle bandiere navali italiane 1848-1946». Il 5 alle 11 saranno deposte le corone al Monumento a Balilla, in piazza Portoria, mentre alle 17 di nuovo al Museo del Risorgimento, verrà presentato il libro «Atlante letterario del Risorgimento (1848-1871)» a cura di Matilde Dillon Wanke, con interventi di Elio Gioanola ed Elisabetta Tonizzi. Giovedì 6 dicembre alle 10 in piazza San Bernardo 30, cerimonia di deposizione di una corona alla casa natale di Goffredo Mameli. Alle 17, al Museo del Risorgimento, «L'emigrazione politica a Genova nel decennio preunitario» conferenza di Bianca Montale. Il giorno successivo, sempre al museo di via Lomellini alle 17 «Goffredo Mameli e l'Inno d'Italia», visita guidata tematica al percorso espositivo, a cura di Liliana Bertuzzi. Domenica apertura della Villa Lomellini Mameli, via Buffa 12 a Voltri con visite guidate ore 15.30 e 17. Lunedì 10 dicembre ore10.30 al Santuario di Oregina cerimonia dello scioglimento del voto, celebrazione della Santa Messa con deposizione di corone, saluto delle autorità ed esecuzione dell'inno nazionale.Martedì 11 alle 17 al Museo del Risorgimento, concerto per chitarra e flauto solisti Josè Scanu (chitarra di Mazzini), Marco Moro (flauto) .
Qualche informazione. La cerimonia dello scioglimento del voto si riallaccia a due date particolarmente significative per la storia di Genova: il 5 dicembre 1746 e il 10 dicembre 1847. Il 5 dicembre 1746 Genova si ribellò all'occupazione austriaca, con il famoso gesto del «Balilla» che al grido «che l'inse», nel quartiere di Portoria, fece scattare la rivolta popolare in tutta la città. Le Autorità cittadine dell'epoca fecero voto alla Madonna, già intesa come regina e protettrice di Genova fin dal 1637, che se gli Austriaci fossero stati cacciati, tutti gli anni sarebbero saliti al Santuario di Nostra Signora di Loreto, sulla collina di Oregina, per lo scioglimento del voto.
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