Il regalo ricevuto dagli alluvionati

Il regalo ricevuto dagli alluvionati

(...) Ma sono stati loro a farlo a noi, con la straordinaria dignità con cui ci hanno raccontato di come fossero stati dimenticati da tutti, prima che li contattassimo per distribuire i soldi dati dai politici (pochi, con addirittura al primo posto fra i donatori un consigliere di Municipio come Vincenzo Falcone, non certo un miliardario che si arricchisce con la politica) e le tante donazioni dei nostri lettori. Dai cinque euro di una pensionata che mi ha chiamato scusandosi perché non poteva dare di più ai cinquemila di un’altra signora che mi ha chiamato pure lei quasi scusandosi perché non le sembravano abbastanza. E tutte e due hanno dato in silenzio, con la più bella delle motivazioni: «Caro dottor Lussana, li verso volentieri a voi, perché del Giornale di Genova mi fido».
Ecco, quelle chiamate sono state qualcosa che ci ha scaldato il cuore. E vedere il conto aperto all’agenzia della Carige in via Corsica a Carignano crescere giorno dopo giorno, anche di poco per volta, ci ha riempito il cuore. La raccolta era iniziata in nome della «Casta che si fa casta», chiedendo ai politici di mettersi le mani in tasca. Ma, a dire il vero, il nostro appello non ha avuto un successo travolgente fra i politici, se non qualche benemerito eletto lettore del Giornale a cui ha fatto seguito la decisione dei 40 consiglieri regionali e dei sei assessori esterni in Regione, che hanno versato obbligatoriamente mille euro ciascuno, a cui si sono aggiunti molti ex consiglieri ai quali il presidente del Consiglio regionale Rosario Monteleone aveva chiesto di destinare una piccola percentuale di un mese del proprio vitalizio. Da tanti, anche nomi notissimi, anche gente per altri versi benemerita, anche amici, anche miliardari, anche titolari di svariate pensioni, nemmeno un centesimo.
Però, se la politica ha perso l’occasione di mettersi una mano sul cuore (e l’altra in tasca), fortunatamente ci sono decine e decine di lettori che ci hanno chiamato: «Possiamo mettere qualcosa anche noi, oltre ai politici?». In realtà hanno messo quasi solo loro, ma va benissimo così. L’importante è il risultato: aver aiutato commercianti e famiglie di cui tutti gli altri si sono dimenticati. Che nemmeno erano stati contattati per gli aiuti.
Soprattutto, abbiamo voluto fare tutto con una trasparenza totale. Andrea Cambiaso, il broker e capo di Liguria Moderata che insieme ad Enrico Cimaschi ci ha dato una mano organizzativa, è un pignolo incredibile che segna ogni virgola puntuale «alla virgola» e, in nome della massima correttezza, ha inviato la lista dei nomi a cui sono state destinate le donazioni a sindaco e prefetto. Insomma, tutto più che trasparente. E mi ha fatto estremamente piacere il pudore e la correttezza di Pierluigi Vinai, che pure era nel comitato, così come Roberto Cassinelli, ma che non hanno voluto apparire proprio perché non volevano confondere l’alluvione con questioni politiche. Chapeau.
E l’entusiasmo ci ha convinto a ripartire, tanto che abbiamo riaperto il conto corrente dedicato: «Amici del Giornale Genova. Alluvione 4/11/2011. IT08G0617501418000001353380 BICCRGEITGG118». Dateci dentro, diamoci dentro.
Del resto, proprio Cambiaso sentiva moltissimo questa storia, anche perché gli ricordava di quando, da bambino, il suo papà a Certosa si vide spazzare via il negozio di ferramenta proprio da un’alluvione: «Era il 1970, ma me lo ricordo come se fosse oggi. E, visto che ora ci sono io dall’altra parte, ho pensato cosa si poteva fare per aiutare le vittime dell’alluvione. Poi, fortunatamente, c’è il Giornale».
Poi, fortunatamente, c’è la famiglia del Giornale, ci siete voi, che non smetterò mai di ringraziare, anche per questo.

E c’è stata una giornata come quella della consegna dei fondi di sabato, con la bellezza dei volti e dei sorrisi degli amici a cui consegnavamo gli assegni.
Raramente mi sono commosso così tanto. Raramente sono stato così felice.

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