«Il Pdl usa le farmacie comunali come Benito Mussolini usava gli aerei durante le parate fasciste. Non si può chiedere sempre della loro vendita per ridurre l'Imu o realizzare lo scolmatore o altro. Bisogna parlarne in maniera seria e al momento giusto, quando si discuterà degli enti e delle partecipate». Il capogruppo Pd Simone Farello ieri durante l'assemblea in Sala Rossa ha «bacchettato» così la collega capogruppo del Pdl. «Altro che finte flottiglie di aerei e parate - replica Lauro - il Pd non sa come governare Doria e gli assestamenti di bilancio della giunta. In realtà, poniamo il problema delle undici farmacie, che ci costano un occhio della testa». Il centrosinistra, però, ieri ha detto un'altra volta «niet».
«Il consiglio di amministrazione costa 70mila euro, anche se l'assessore Miceli ha spiegato che la spesa è di 24mila e che è il dirigente che costa quella cifra - insiste Lauro -. In ogni caso, i 50 dipendenti ci costano 2,5 milioni all'anno. Senza contare le perdite di esercizio che cono incompatibili con questo genere di attività tra le più remunerative. Le farmacie comunali hanno orari di apertura limitati a 7 ore giornaliere e il servizio risulta svolto in maniera simile a quelle private. Ho chiesto di vendere accordando a chi le gestisce il diritto di prelazione a parità di offerta. In questo modo Tursi potrebbe recuperare circa 14 milioni da destinare alla costruzione del mini scolmatore del Fereggiano, Rovare e Noce».
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