Scajola vuol rottamare Pdl, Scandroglio e Renzi

«Bisogna riunire i moderati che fanno riferimento al Partito popolare europeo e chiudere l'esperienza del Pdl». L'ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, ha parlato ieri rilasciando un'intervista all'emittente televisiva Primocanale parlando del suo futuro e di quello del partito: «Il Pdl è un grande pasticcio. C'è fibrillazione perché è stata un'intuizione che non è diventata realtà - ha detto l'ex ministro -. Io penso a un nuovo soggetto. Il Pdl ha un brutto simbolo e un brutto nome». Nel centrodestra c'è incertezza anche in conseguenza della futura leadership visto che Silvio Berlusconi sembra non voler sciogliere le riserve: «Non credo voglia fare il presidente del Consiglio - commenta il deputato ligure - Ha voluto dare una scossa, anche con la provocazione del “torno io”. Deve essere il regista per ricomporre i moderati».
Dai problemi nazionali del Pdl a quelli territoriali e personali. Scajola dice di essere pronto a rinunciare a qualsiasi elezione se le sue vicende giudiziarie finissero con una condanna anche se di primo grado: «ma le vicende della casa romana e del porticciolo di Imperia sono in via di risoluzione» . Quindi l'attacco frontale al coordinatore regionale del Pdl di cui molti hanno chiesto le dimissioni: «Scandroglio l'ho proposto io a Berlusconi. Ora il consenso non c'è più, né il mio né quello della maggioranza del partito».
Scajola è intervenuto anche sui temi dell'industria, con l'emergenza Ilva in primo piano. «Anche a Genova nel 2005 arrivò un'ordinanza della magistratura contro la cockeria: qui siamo riusciti a risolvere la vicenda grazie all'impegno mio e del presidente della Regione». E su Ansaldo Energia l'ex ministro non ha dubbi: «Va protetta, non dobbiamo cederla ai tedeschi. Su questo tema Passera è timido e la Liguria è silenziosa.

Non vorrei che Siemens avesse promesso di dare qualcosa in cambio del silenzio sull'operazione». In chiusura una battuta sulle primarie del Pd: «Renzi? Non mi piace l'idea che basta mettere dei giovani, anche se incompetenti, per risolvere i problemi».

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