Il silenzio assordante di Amt sulle frequenze di 15, 16 e 17

Il silenzio assordante di Amt sulle frequenze di 15, 16 e 17

(...) si è sfiorata la rissa perchè l’eccessivo affollamento sul 17 - che arriva da Capolungo e da Nervi già pieno all’altezza di Quinto, trasformandosi in una sorta di scatola di sardine man mano che si procede verso Sturla e San Martino - non permetteva ai passeggeri di stare a sufficiente distanza dalle porte che, essendo quelle che «rientrano», rischiavano di schiacciare le persone. In compenso, però, hanno inventato il 16 che viaggia spesso semideserto, dal capolinea al cavalcavia dell’autostrada a Quarto, fino a Brignole.
Stessa storia per il 15, per cui prima è stato assurdamente tolto il capolinea a Caricamento e poi, ancor più assurdamente, tolto il capolinea anche a De Ferrari, costringendo ogni giorno migliaia di persone a un esodo biblico prima in corso Buenos Aires e poi in viale Brigate Bisagno. Insomma, un delirio.
Fine del riassunto delle puntate precedenti. Le puntate nuove mi fanno estremamente piacere. Dopo le nostre denunce, hanno chiamato in redazione moltissimi lettori, decine e decine, per condividere la nostra battaglia. E per dire che è una vergogna che l’Amt ragioni senza tener conto delle esigenze dei viaggiatori, nonostante il costo del biglietto aumenti in continuazione. Qualcuno, come Giulio Tesi, ha anche allargato il discorso, ricordando altre scelte: «Non parlo solo di importanza, ma molto più direttamente di necessità del ripristino delle linee di autobus per collegare il “quarto“ di città che parte da Carignano con il resto della città e con la riviera del Levante cittadino».
Non è che siano posizioni rivoluzionarie, sono posizioni semplicemente di buon senso, che cercano di conciliare le esigenze di un buon servizio con il rispetto dei conti aziendali e soprattutto con la logica. Come ci arrivano i nostri lettori (ed è naturale che ci arrivino, visto che sono super e non perdono occasione per dimostrarlo) e come ci arrivo persino io, perchè non ci arrivano le decine di dirigenti e superdirigenti dell’Amt, senza soluzione di nazionalità?
Eppure, sembra ovvio.

Ma è mai possibile che nessuno dell’azienda provi a metterci mano e a darci delle risposte serie e credibili? O, meglio ancora, a ripristinare i servizi assurdamente tagliati? Costa tanto provarci? Costa tanto rispettare i propri clienti? Costa tanto rispondere alle domande (legittime e non offensive) della stampa, come fanno anche alcuni assessori, primo fra tutti Francesco Scidone?
Il problema, forse, è un altro. Che i lettori e io e tanti di noi viaggiamo sui mezzi pubblici. E invece forse ci sono troppi dirigenti e superdirigenti Amt abituati a viaggiare con autoblù, autisti e sedili in pelle umana.

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