Cronache

Staglieno, crociata per il decoro

Staglieno, crociata per il decoro

«Ma le pare che un uomo che ha vissuto la propria vita con dignità, possa poi finire così?». Staglieno, uno dei camposanti più importanti d'Europa. La «crociata» dei consiglieri pdl, Matteo Rosso per la Regione e Stefano Balleari per il Comune, per ridare il giusto decoro ai cimiteri della città, inizia da qui. Dall'ingresso principale, dove appena varcato il cancello, si entra in quello che dovrebbe essere il luogo deputato alla pace e al riposo. E dove i morti e i loro cari, dovrebbero poter godere di un ambiente altrettanto dignitoso. E invece. Entriamo e sulla sinistra la chiesetta dove stazionano le bare prima di essere tumulate, ha i muri scrostati e le porte logore. Di fronte, l'arco che immette nella parte più antica del camposanto, con le gallerie e il porticato inferiore di Ponente dell''800, dove c'è la tomba della venditrice di noccioline e i monumenti più importanti, è una mezzaluna scrostata da cui spuntano dei fili neri. Il muro intorno, così come le tubatura, sono vecchie, logore, rotte e mangiate dal tempo. «Il nostro obiettivo è che gli assessori si prendano un impegno preciso per cercare una soluzione - spiega Matteo Rosso -. Tra un mese e mezzo, torniamo e vediamo a che punto sono le cose». Loro come Regione cercheranno di dare il proprio contributo economico, partendo proprio dal porticato inferiore di Ponente.
Quindi, il tour. Insieme ai due pidiellini, ci sono anche l'assessore regionale Angelo Berlangieri e l'assessore comunale Elena Fiorini e i funzionari responsabili della gestione tecnica dei cimiteri. Carte e piantine alla mano, seguendo le segnalazioni dei nostri lettori, si parte dal porticato inferiore di Ponente, come si diceva, dove un paio di mesi fa è stata sepolta la madre di un avvocato genovese che ora rischia di non riuscire più nemmano a salutarla perché l'accesso è transennato. «La statua sopra la tomba di famiglia è appesa a un gancio, se il muro marcisce viene giù tutto - spiega l'avvocato -. È dal 2001 che mi dicono che devono fare i lavori, sono passati 12 anni e non c'è ancora nulla». Per arrivare fin qui, camminiamo su un pavimento di terra e sporcizia: la prima galleria sulla sinistra, appena dopo l'ingresso è un pugno nello stomaco per l'incuria. Ma è possibile che non si riesca a fare nemmeno la manutenzione ordinaria, l'ordinaria pulizia? «L'Amiu ha una turnazione per le gallerie, bisettimanale», risponde il responsabile della gestione tecnica dei cimiteri, Paolo Crovetto. Epperò, come è possibile che per terra e accanto alle tombe ci siano rifiuti, sacchetti di plastica, ragnatele spesse e nere di polvere e un foglio di giornale del 19 gennaio 2013? «I fondi per intervenire sono pochi», dice la Fiorini, perché si tratta di fare interventi per centinaia di migliaia di euro: solo per il porticato inferiore di Ponente, per sistemare le infiltrazioni d'acqua, si parla di 400mila euro. «Posso fare una programmazione seria sulla manutenzione ordinaria e straordinaria e cercare i fondi, ma ora non c'è nulla», continua l'assessore di Tursi. Noi intanto, proseguiamo il giro. Siamo alla galleria Montino, dove la signora Giancarla Tracchi in Gallotti aveva segnalato l'assenza di manutenzione. Ed effettivamente, le transenne di fronte alle lapidi indicano che cadono dei pezzi dal soffitto. Per risistemarli, bisognerebbe fare una gara d'appalto, che vuol dire aspettare un paio di mesi e insomma, l'intervento non è immediato, spiegano i tecnici. Andiamo avanti, e ci dirigiamo verso la Galleria del Veilino basso, accanto al fiume. Qui il signor Luciano Socci aveva denunciato la pericolosità dell'accesso per i vetri rotti. L'ingresso è sbarrato da una transenna, accanto un cestino dei rifiuti arrugginito e un foglio scritto a mano che indica che l'entrata è da un'altra parte. La copertura del tetto è in vetro cemento, spiega Crovetto, risale agli anni '70 ed ora perde acqua. «Sono due mesi che è venuta giù. È stato fatto un intervento di messa in sicurezza iniziale». Ma tutt'intorno le scalinate che portano alle gallerie sono sporche, polverose, trascurate. Proseguiamo e per attraversare il fiume Veilino, passiamo su un ponte, transennato anch'esso per via della ringhiera che ormai è ridotta a un lungo tubo rotto e rosso di ruggine e che verrà sostituita in tempi brevi, per fortuna. Dopo una scalinata che porta al sacrario dei caduti di Trento e Trieste, arriviamo nella Galleria E, Cademussi, primo piano. Qui la signora Laura Bagetti, si lamentava delle infiltrazioni di acqua proprio davanti alla colombaia di suo padre. Saliamo e per arrivare alla lapide dobbiamo scavalcare una prima pozza d'acqua, poi di fronte alla tomba, la seconda. Sul soffitto, i neon sono completamente fuori uso, mangiati dall'umidità. «È già stato fatto un intervento tampone - continua Crovetto -, ma senza effetto. La Galleria è nuova, ora si dovrà farne uno più radicale che però deve essere finanziato». Giusto, mancano i fondi. Eppure la gente muore ogni giorno e ogni giorno spende parecchio denaro per poter far riposare in pace i propri cari. E dove va a finire allora? «Nel bilancio generale del Comune: in parte destinati a Staglieno e in parte ai servizi sociali», dice la Fiorni. Come da dire: per avere un cimitero come Dio comanda, bisogna tagliare altrove. Ultima tappa: il camposanto dei protestanti, dove è sepolta anche la moglie di Oscar Wilde. Qui il Comune non ha giurisdizione per la manutenzione e quindi la signora Lily Tanner Rolla che aveva scritto chiedendo lumi sul degrado, dovrà rivolgersi alla Comunità evangelica o a Tursi che le potrà fare da tramite. Intanto c'è la promessa dell'assessore regionale Berlangieri: «Vediamo se riusciamo a trovare i soldi come fondi comunitari». Ci sarà anche bisogno dell'intervento del Comune: la Regione contribuirà all'80%, Tursi al 20%, sottolinea Balleari.

L'appuntamento è tra un mese, per capire se i morti a Staglieno potranno riposare finalmente in pace.

Commenti