Maggioranza e opposizione ieri in Comune a Genova si sono uniti per votare sì a una delibera che promuove il progetto per l'assetto definitivo delle cave del monte Gazzo propedeutico al Terzo Valico. È il primo disco verde effettivo di centrosinistra e centrodestra per la realizzazione della maxi opera.
Anche se, come le altre volte, è finita in rissa, stavolta a uscire vincitore sono il Pd, il suo vicesindaco Stefano Bernini e la maggioranza di Marco Doria, i quali hanno dimostrato che il marchese rosso, quando vuole, può «domare» i compagni che borbottano. L'unico duro e puro a votare «niet» è stato il capogruppo della Fds Antonio Bruno, mentre il capogruppo della Lista Doria Enrico Pignone si è astenuto.
I cinque alfieri del Movimento Cinque Stelle, con l'ex candidato sindaco Paolo Putti, hanno interrotto un paio di volte i lavori e, prima del voto, hanno abbandonato la Sala Rossa per protesta. «Si tratta di un'opera senza alcun beneficio per la città - spiega Bruno - e quindi appare il solito carrozzone all'italiana, con equilibrismi imprenditoriali e politici vecchi come il cucco».
«Nel manifesto elettorale di Doria - attacca Putti - era prevista, in caso di vittoria, una forte politica di condivisione con i cittadini e con il territorio, lasciando da parte le vecchie logiche degli interessi di partito. Invece, queste promesse non sono state mantenute. Con la delibera di ieri vengono per l'ennesima volta penalizzate le persone rispetto alla politica. Mi sarei aspettato una maggiore attenzione per la salute dei genovesi e lo sviluppo effettivo della città, che non passa attraverso maxi opere inutili e dannose».
«A differenza del capogruppo del Movimento 5 Stelle - replica il sindaco - sono abituato a verificare e a informarmi su come funzionano le cose. Ho incontrato numerosi cittadini, i rappresentanti dei comitati, i tecnici e i rappresentanti istituzionali e dei municipi anche per l'osservatorio della Gronda, che finalmente avrà all'interno un nostro rappresentante».
Infatti, ieri l'assemblea comunale ha pure votato il consigliere Pd Paolo Gozzi come nuovo membro dell'Osservatorio locale per la Gronda di Ponente. Per i compagni è l'ora dell'avanti tutta con le maxi opere di cemento. Con Doria non c'è cambiamento. I consiglieri hanno votato nell'urna e Gozzi alla fine ha ottenuto 25 preferenze sui 37 presenti. L'unico a non partecipare è stato il capogruppo della Lega nord Edoardo Rixi.
«L'Osservatorio - denuncia Putti - è uno strumento di costruzione di consenso, non ha i rappresentanti dei cittadini, né rispetta la regola della democrazia partecipata, tanto sbandierata prima da Vincenzi e poi da Doria».
Per i lavori della Gronda si attende soltanto il via libera dal ministero, che nei prossimi mesi dovrebbe dare la valutazione dell'impatto ambientale dell'opera.
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