Tursi, la partita si gioca sulla rumenta

Tursi, la partita si gioca sulla rumenta

Musso, Vinai, Siri, Saveri o De Martini. Rixi o Doria. Una cosa è certa: chiunque riuscirà a conquistare la poltrona più alta di Tursi, dovrà fare i conti con i rifiuti di Genova. Con i progetti - i più avanzati non hanno visto ancora uno stadio embrionale - di termovalorizzatore e gassificatore. O di qualsiasi altro impianto di smaltimento si voglia realizzare o qualsiasi altra soluzione alternativa, come l’incentivazione della differenziata, si voglia adottare per risolvere il problema della discarica di Scarpino che sta esplodendo. Con il rischio - e questo invece molto reale - di ripartire da zero, mentre Genova fa la fine di Napoli, sommersa da un mare di rumenta. Quindi il progetto dei candidati qual è?
Enrico Musso, in corsa con la lista «L’altra Genova». «Il Comune ha scelto di portare avanti il progetto del gassificatore e io sono dell’idea di non cambiare completamente orientamento. Il gassificatore è un piano che va verificato in sede tecnica per capire se la tecnologia sia affidabile o meno. Se poi mi dimostreranno che non funziona, va bene, sennò continuiamo. Così come per la Gronda, non avrei fatto così, ma andiamo avanti. In nome di una continuità amministrativa per il bene dei cittadini, innanzi tutto». Poi è chiaro che va continuato il processo di sensibilizzazione dei cittadini e dei negozi per la riduzione dei rifiuti alla fonte. Poi c’è il problema di raddoppiare la differenziata. «Se trattiamo meglio chi fa la differenziata, creiamo un incentivo e forse riusciamo a muoverci dall’attuale 38 per cento e arrivare al 60 per cento», conclude Musso.
Pierluigi Vinai, candidato del centrodestra è netto: «Sì al termovalorizzatore, no al gassificatore. Scarpino ha esaurito il suo compito. Il sistema di raccolta differenziata viene convogliato in maniera non perfetta. Il gassificatore pare un esperimento troppo azzardato rispetto a un modello consolidato nel mondo: il solo che è stato fatto è in Giappone. Mentre il termovalorizzatore ha un impatto ambientale sostenibile. Poi dove e come farlo, sono ragionamenti da approfondire nel programma. Certo è che rispetto alla posizione di Doria che dice no a qualsiasi opera e che difende la teologia della decrescita, io farò di tutto perché non sia così e perché Genova torni a vivere». Il professor Marco Doria, appunto. L’abbiamo cercato sul cellulare, ma il telefono era sempre staccato. La sua posizione però resta quella di sempre: nessuna grande opera per Genova, sì all’incremento della differenziata. Tradotto: no gassificatore, no termovalorizzatore.
Mentre il termovalorizzatore per Armando Siri, candidato per il Partito Italia Nuova, è un’opera necessaria e indispensabile. «Bisogna capire se farlo a Scarpino oppure a Cornigliano: qui sarebbe più semplice e si potrebbe sperimentare anche il teleriscaldamento, energia da acqua calda da portare nelle case. Nell’uno e nell’altro caso, però, l’obiettivo resta lo stesso: ridurre la bolletta elettrica». Giusto, ma per realizzare il termovalorizzatore ci vuole un progetto e soprattutto tempo, Scarpino intanto collassa. «Bisogna fare tutto in fretta e in grazia di Dio. Nel Montenegro ci hanno messo 18 mesi per fare un dissalatore, perché Genova non può avere tempi veloci?».
Premessa d’obbligo: «Non sono ancora il candidato sindaco della Lega. L’ufficialità ci sarà domani con Bossi e Calderoli». Edoardo Rixi, 37 anni e il più giovane in corsa per Tursi. «Nel 2012 un ragazzo come me che sfida gli altri candidati, guarda avanti a quello che ci sarà tra 20-30 anni. Il termovalorizzatore è una tecnologia che andava bene 20 anni fa, non ha senso poi perché è molto distante dalla città e avrebbe troppa dispersione. Oggi ci sono soluzioni più avanzate. Mi piacerebbe avere una città che guarda al futuro e non che seguisse la logica dei “tapulli”». E quindi? «Quindi non sono innamorato del gassificatore, ma se è l’unico sistema, non posso dire di no. C’è poi un’altra tipologia di impianti, un progetto che sta sperimentando Londra, ma si può portare avanti solo se prevede tempi brevissimi e se già ora gli abitanti della zona dicono di sì. L’obiettivo è uno: Scarpino deve essere la discarica di Genova e non una delle poche in Liguria. Sono contrario a metterci tre quarti dei rifiuti della regione e fuori regione. Genova rischia di diventare una Napoli 2 anche per tutto il sistema di rifiuti. Siamo tra le città con la percentuale più bassa di differenziata».
Per Simonetta Saveri, Primavera politica, termovalorizzatore e gassificatore non sono delle priorità. «Abbiamo puntato sulla raccolta differenziata e su un ciclo di rifiuti ad impianti moderni, con vuoti a rendere e macchine automatiche nei supermercati.

Solo in seconda istanza, nel caso in cui la differenziata fosse insufficiente, si può pensare ad impianti a un più elevato impatto ambientale come il gassificatore. Ma si può ragionare anche sul progetto Cetena di Fincantieri». Abbiamo contattato anche Susy De Martini, candidata de La Destra, ma non risponde al «Giornale».

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