La voglia di politica scioglie la neve

(...) Non sarà un sondaggio con il metodo Cati, non ha niente di scientifico, ma qualcosa significherà pure. E, fra l'altro, già che ci sono, visto che ce lo chiedono in tanti, vi informo anche che il gioco-sondaggio resterà aperto ancora qualche settimana, fino al giorno in cui ci sarà lo stop alla formazione delle liste. Perchè, ovviamente, dal giorno successivo, non avrebbe più senso.
Detto questo, detto di quanto sia stato emozionante, venerdì, aprirvi la porta e vedervi inzuppati, con la neve sui capelli o sui vestiti o sulle scarpe, ma orgogliosi della vostra busta con i tagliandi (gli unici arrivati, peraltro, perchè, come ho spiegato il postino non ha suonato nè una, nè due volte), racconto anche un'altra cosa che mi ha commosso. Ed è stato vedere la sala del Bristol di via Venti, sempre venerdì sera, strapiena di gente: dalla mia poltroncina da cui moderavo il dibattito ho contato più di 250 persone in sala, a cui occorre aggiungere quelli in piedi in fondo, quelli sulle scale e quelli del turn-over, che arrivavano dal lavoro o scappavano a lavorare. Ad esempio, c'era Leo Metti, medico quasi omologo del fuoriclasse del Barça, che svariava sulla fascia con la stessa velocità del campione argentino. E, vista la sua capigliatura, era difficile non accorgersene. Fuoriclasse pure lui della passione politica.
E poi Teresa, Giuliana, Milena e decine e decine di altri carissimi amici e lettori, il più dolce dei quali - over 70 con la forza di un ragazzino - mi aveva telefonato in redazione già di mattina: «Massimiliano, ci siete lo stesso?». E ci siamo stati, con Roberto Cassinelli e Matteo Rosso, politici di una bella politica, a parlare di quello che avevano fatto durante l'anno, a fare il riassunto di cosa avevano prodotto e di cosa sognano di realizzare il prossimo anno. Come si fa nelle aziende, come un report, direbbero quelli che parlano bene.
E così un parlamentare e un consigliere regionale del Pdl, in questo momento di dubbi e spesso di delusione e di disillusione, hanno firmato una serata di Politica vera, alta, con la pi maiuscola. Parlando di problemi reali e di soluzioni reali, non di Tizio o Caio che entra nel direttivo circoscrizionale della sezione Sempronia e dei relativi litigi. Anche con modi di fare e ricette diverse: più arrembante Matteo, più felpato Roberto. Ma uniti dallo stile e dall'educazione nel rapporto con gli elettori.
Ma, soprattutto, a riconciliare con la politica è stato vedere voi, centinaia di amici loro e di lettori del Giornale, muoversi da casa, sporcarsi le scarpe, rischiare di scivolare per terra, pur di esserci.

Che è sempre meglio che rischiare di scivolare nella demagogia, nella sinistra o nel dire che «tanto, sono tutti uguali». Non sono tutti uguali.
Uscendo, c'era il gelo per strada. Ma la speranza che i moderati e i popolari possano giocarsela, invece, era di nuovo calda.Massimiliano Lussana

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