Genovesi in rivolta contro l’acqua Sant’Anna

L’acqua è la Sant’Anna, dedicata alla madre della Madonna. E l’accusano pure di essere alleata del diavolo. Di Dan Brown in persona, mica uno qualsiasi. Il demonio del momento. La polemica l’ha innescata un giornalista ligure, Giorgio Bubba, presidente dell’Unione stampa cattolica. E l’ha innescata pure bene, visto che all’azienda di Vinadio si è trovata a passare dalla soddisfazione per un concorso di successo legato al libro (e al film) del secolo alla preoccupazione per il fatti che la campagna pubblicitaria possa rivelarsi un boomerang. Così anche il cestello dell’acqua minerale diventa un giallo.
Sì, perché su questa vicenda c’è chi è già andato oltre, annunciando che la Sant’Anna, pentita, avrebbe deciso di accettare la sconfitta e di ritirare il concorso sul Codice da Vinci. «Dopo centinaia di lettere di protesta da parte di consumatori, l'acqua minerale Sant'Anna ha rinunciato a un concorso inteso anche a promuovere il libraccio di Dan Brown e il relativo film spazzatura», esulta il sito www.fattisentire.it. Ma le cose non stanno propriamente in questi termini. Perché la società che imbottiglia l’acqua Sant’Anna è pronta a scusarsi, a chiarire che «non c’era alcuna intenzione di offendere la sensibilità di qualcuno», ma anche a garantire che il concorso non si fermerà. «Ci siamo trovati di fronte a una situazione imprevista - spiega Gianluca Buzzegoli, della direzione marketing -. Anche perché il libro di Dan Brown non aveva scatenato simili reazioni. Comunque abbiamo preso una piccola pausa di riflessione di qualche giorno, abbiamo scelto di non sostenere con ulteriori azioni promozionali questo concorso, ma non ci fermiamo sicuramente. Esistono regole e obblighi nei confronti del ministero delle Attività produttive: il concorso va completato».
Poi ci sono tutti i clienti che aspettano i premi, che hanno il diritto di partecipare alle estrazioni, di sognare un viaggio nei luoghi descritti dal romanzo, di sperare in un week end in Sud Tirolo o in un condizionatore per l’estate. «Tutti premi, come gli altri in palio, che non mi sembra possano essere considerati blasfemi o mettere in discussione le credenze religiose di qualcuno - osserva Buzzegoli -. E poi anzi, la nostra campagna è incentrata sullo slogan “Svelato il mistero, i premi sono centinaia”, che smorza parecchio proprio l’attesa sulle possibili rivelazioni del film.

Francamente, la nostra è un’azienda a conduzione familiare, che non sfrutta i bambini lavoratori, che non è una multinazionale e non lucra sull’accordo con la Sony. Ma chissà perché se la prendono tanto con noi». Dei tanti «misteri» del Codice da Vinci, quello dell’acqua Sant’Anna sembra essere stato già risolto.

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