Cultura e Spettacoli

La Gerini: «Mi spoglio, ma con ironia»

da Roma

Si dice che l'erba del vicino sia sempre più verde ma in Nero bifamiliare, esordio alla regia di Federico Zampaglione leader della band dei Tiromancino, tra i due nuclei familiari contrapposti il più pulito ha la rogna. Ecco Marina (Claudia Gerini, nella vita compagna del regista e cantante) e Vittorio (Luca Lionello), assicuratore che fa la cresta sui rimborsi con la complicità di un medico, che per dare una svolta alla loro vita decidono di comprare una villetta bifamiliare all'interno del comprensorio Valle Serena che ovviamente di sereno ha ben poco. Difatti tra i dirimpettai ci sono il polacco Slatko, trafficante di mobilia, e l'avvenente Bruna che, come dice il laido portiere Carmine, «sembra faccia dei servizi in un motel per camionisti». Complice un furto nella villetta della coppia normale, tra le due famiglie sarà guerra aperta.
«È fondamentalmente una commedia di costume con toni neri», spiega Zampaglione che ha curato, ça va sans dire, le musiche del film (pubblicate poche settimane fa nel nuovo album L'alba di domani), per poi aggiungere: «Ho cercato di toccare anche aspetti discutibili delle relazioni umane, dietro la comicità del film si cela la voglia di parlare di temi e situazioni molto attuali come la diversità, il pregiudizio e il non volersi confrontare con altre culture». Tra toni grotteschi che fanno ricordare i film del genere di vicinato come Condominio di Felice Farina o uno dei tre episodi di Strane storie di Sandro Baldoni, Nero bifamiliare, da venerdì nelle sale, sembra prendere una deriva drammatica e violenta salvo poi redimersi nel finale. «Quando ho scritto la sceneggiatura con Rudolph Giuliani - sottolinea il neoregista - ci siamo riproposti di dare una speranza e di non condannare i personaggi a un finale senza via d'uscita come purtroppo accade nella realtà». Il riferimento all'attualità dei fatti di Erba è puramente casuale perché, ovviamente, «il film è stato scritto prima».
Claudia Gerini invece ripercorre il suo lento avvicinamento a Zampaglione: «L'ho conosciuto sul set di un suo videoclip in cui interpretavo Eva Kant. La vita è fatta d'incontri, forse lui avrebbe fatto lo stesso il regista senza di me ma forse ci siamo ispirati a vicenda. Sono stata un po', diciamoci la verità, la sua musa». Curioso che una musa si proclami tale, in genere tocca ad altri dirlo, e infatti la Gerini, ripensandoci, esplode in una delle sue tipiche e belle risate mentre il volto di Zampaglione diventa rosso fuoco. Intesa perfetta come sul set dove si sono divertiti e non hanno mai litigato forse perché, confessa l'attrice che nel film si lancia in uno strip «ironico e leggero» e canta una canzone, «abbiamo lasciato a casa le dinamiche fidanzato-fidanzata».


Nero bifamiliare con il suo azzeccato cast di attori (Adriano Giannini, Ernesto Mahieux, Max Giusti, Remo Remotti e Cinzia Leone) conclude l'ottima stagione della Gerini (La sconosciuta di Tornatore e Viaggio segreto di Andò) che sta pensando di lanciarsi, anche come produttrice, nell'ambizioso progetto messicano d'interpretare la fotografa rivoluzionaria Tina Modotti.

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