Germania 2006, un mondiale da «tutto esaurito»

Prezzi ragionevoli e stadi all’avanguardia i segreti del record: 52mila persone di media

Marco Zucchetti

Metti un martedì sera a Kaiserslautern. Prendi due squadre, una caraibica e una sudamericana. Falle scendere in campo a giocarsi il penultimo posto in un girone quasi deciso. Guarda gli spalti del Fritz Walter Stadion: vedrai 46mila spettatori a tifare per Trinidad&Tobago e Paraguay, Paesi a un oceano di distanza. Avrai un’idea di questo mondiale degli stadi pieni. E capirai perché Germania 2006 verrà ricordata come una delle edizioni più felici, una di quelle in cui la «febbre a 90°» ha fatto segnare i picchi di passione calcistica più alti.
Sono i numeri a dare la misura della perfetta macchina organizzatrice tedesca e dell’insaziabile voglia di calcio dei tifosi. Innanzitutto le presenze nei 12 stadi del mondiale: 3 milioni e 336mila spettatori. Quella tedesca è una delle edizioni più seguite di tutti i tempi, seconda solo ai quasi 3,6 milioni di Usa ’94. Negli Stati Uniti, però, i giganteschi stadi di football americano convertiti al «soccer» consentivano affluenze record e nel frattempo numerosi posti restavano vuoti. In Germania, invece, si parla di un utilizzo pressoché completo degli impianti. Stadi «sold out», esauriti. Cento per cento di biglietti venduti. Ma non basta. Il desiderio del vicepresidente del comitato organizzatore Horst Schmidt di vedere stadi pieni e non solo biglietti esauriti è stato esaudito: anche i biglietti restituiti dalle federazioni e dagli sponsor sono infatti andati venduti e i dati parlano di un utilizzo totale per oltre il 95% delle capienze degli stadi.
Lontani i tempi dei futuristici stadi del mondiale nippo-coreano, spesso mezzi vuoti. Lo dice l’affluenza media, che nel 2002 si attestava sui 42.268 spettatori a partita e che in questo mese ha superato quota 52mila, meglio di Inghilterra ’66 e Messico ’70. Dati che sottolineano come i prezzi «ragionevoli» (35 euro il biglietto più economico per una partita della prima fase) si siano rivelati vincenti. E vincenti sono stati anche gli investimenti sui diritti televisivi, con oltre 32 miliardi di telespettatori in tutto il mondo ad assistere alle 64 partite.
Il mondiale dei tifosi, più che delle stelle miliardarie.

Il mondiale che doveva avere in Ronaldinho il suo volto e si è trovato specchiato nei sorrisi arancioni delle olandesi, nelle danze dei ghanesi, nel mare gialloverde degli australiani: «I veri vincitori sono stati i tifosi - aveva dichiarato raggiante l’altro vicepresidente del comitato organizzatore Wolfgang Niersbach -; non vedevamo scene di gioia come queste dalla riunificazione della Germania». Forse un’esagerazione, qui non si è fatta la storia. Si è fatto solo il tifo. Ma lo si è fatto sul serio. Come calcio comanda.

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