La Grande coalizione tedesca guidata da Angela Merkel a tarda notte ha raggiunto un accordo sui contenuti del pacchetto di incentivi alleconomia nazionale, che dovrebbe ammontare a circa 50 miliardi di euro. I vertici si sono riuniti in cancelleria federale a Berlino,lunedì sera, a partire dalle 17. Il pacchetto di incentivi dovrà aiutare il Paese a uscire dalla recessione.
Un esponente della Grande Coalizione, che ha parlato a condizione dellanonimato, ha dichiarato che la spina dorsale del programma prevede investimenti per decine di miliardi di euro per migliorare ferrovie, strade e scuole. Durerà fino al 2010 e si aggirerà sui 50 miliardi di euro.
I socialdemocratici della Spd e i conservatori della Cdu/Csu stavano ancora lavorando ad altri elementi del pacchetto, tra cui una serie di sgravi fiscali. I dettagli finali saranno comunque annunciati oggi.
Il secondo pacchetto anti-crisi, messo a punto dai rappresentanti di Cdu, Csu e la Spd della cancelliera Angela Merkel, per far fronte alla più grande crisi economica e finanziaria del dopoguerra segue il discusso piano di aiuti da 31 miliardi che è stato varato dal governo tedesco in dicembre ed è entrato in vigore il primo gennaio scorso.
La parte del leone del secondo pacchetto la faranno gli investimenti nel settore delle infrastrutture, inclusi quelli previsti per espandere la rete a banda larga del Paese per laccesso online ad alta velocità. Su questa voce, lintesa cè già. Lostacolo principale sul cammino della Merkel sembra invece la questione fiscale. Cdu, Csu ed Spd sono daccordo che le tasse vanno ridotte, ma devono ancora arrivare a un compromesso sui dettagli dei previsti tagli. «La Cdu vuole aiutare il ceto medio - scriveva domenica mattina il tabloid Bild nella sua edizione online -, mentre la Spd vuole concentrarsi sulle fasce di reddito più basse». I conservatori della Merkel, che non ha escluso aiuti a Opel attraverso la creazione di un fondo per le imprese in crisi, hanno approvato nel fine settimana un piano che prevede - sul fronte fiscale - di portare la quota del reddito esente dalle tasse dagli attuali 7.664 a 8.
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