La Germania in soccorso di Commerzbank

Commerzbank, la seconda banca tedesca, potrebbe essere nazionalizzata. È quanto rivela il settimanale Der Spiegel secondo cui fonti governative avrebbero ipotizzato una riattivazione del Soffin, il fondo di aiuto alle banche del governo federale, e acquistare altre azioni della seconda banca del Paese nel caso in cui non riuscisse a raccogliere capitale sufficiente a migliorare la propria patrimonializzazione entro l’estate prossima.
L’Eba, l’Authority di vigilanza europea, non ha ancora ufficializzato le proprie richieste di ricapitalizzazione al sistema tedesco affinché gli istituti, ma le stime di mercato indicano per la banca guidata da Martin Blessing, presidente del Vorstand, una necessità di capitale che potrebbe arrivare fino a 5 miliardi di euro.
Il piano finora messo a punto non escludeva del tutto un nuovo intervento pubblico, ma solo come extrema ratio. Blessing, infatti, aveva predisposto un piano anti-crisi basato sul contingentamento di attivi rischiosi non-core per 30 miliardo di euro e sulla trasformazione in capitale primario di strumenti ibridi (contingent convertible bonds) per 6 miliardi di euro. Ultimo step del risanamento, infine, la cessione della controllata Eurohypo, attiva nel settore dei mutui immobiliari. Uno dei candidati a rilevare la filiale sarebbe stato individuato proprio nel governo di Berlino che è già azionista di Commerzbank con il 25% del capitale più un’azione dopo il salvataggio da 8 miliardi (più altri 15 di garanzie) del 2008-2009.
L’istituto di Francoforte aveva già restituito gran parte di quegli aiuti, ma l’andamento negativo del terzo trimestre del 2011 nel quale è stata registrata una perdita operativa di 855 milioni di euro, causata da 1,5 miliardi di svalutazioni di bond greci, ha reso il quadro ancor più negativo. Anche in considerazione del fatto che in portafoglio ci sono altri 7 miliardi circa di titoli di Stato italiani. In attesa di una parola definitiva dell’Eba, Commerzbank ha cominciato a considerare come rafforzare il proprio patrimonio sceso al di sotto dei 25 miliardi di euro e con una capitalizzazione di Borsa che supera di poco i 7,5 miliardi. Non è il miglior momento per chieder soldi al mercato. Di qui l’ipotesi che circola sul mercato di un «aiutino dello Stato».
I risvolti sul mercato italiano saranno più psicologici che reali. Da tempo si è ormai allentato il cordone che legava Commerzbank alla galassia Mediobanca. L’istituto ha disdettato l’accordo di sindacato con il quale partecipava con l’1,7% al« gruppo A» degli azionisti bancari. Nel cda di Piazzetta Cuccia resta il direttore finanziario di Commerzbank, Eric Strutz (che prossimamente sarà avvicendato) come indipendente. In precedenza, si era sciolto il rapporto decennale con le Assicurazioni Generali, non solo in termini azionari ma soprattutto in termini commerciali.

Dopo la fusione Commerz-Dresdner l’istituto francofortese è entrato nell’orbita di Allianz (che ora ne ha poco più del 5%) chiudendo la collaborazione di bancassurance con il Leone di Trieste.
La cancelliera Angela Merkel, in ogni caso, non lascerà in cattive acque uno dei campioni nazionali Anche se bisogna vedere come l’Unione Europea giudicherà e valuterà nuovi interventi anticrisi.

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