Milano - «Geronzi è stato reintegrato per ora. Se sarà condannato ancora, non penso che il patto continuerà a sostenerlo». Così ha detto ieri sera all’agenzia Radiocor Rijkman Groenink, numero uno di Abn Amro, aprendo per la prima volta in modo diretto il confronto con il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi. «Abbiamo votato a favore del suo reintegro, perché il merito legale della questione per noi, azionisti esteri, non era chiaro e abbiamo deciso di dargli il beneficio del dubbio, in senso legale. Altrimenti, tra l’altro, la banca sarebbe stata destabilizzata, in quanto non preparata a un’uscita di Geronzi. Ma se il caso dovesse peggiorare dovremo rivedere la nostra posizione», ha detto Groenink a margine della riunione annuale del World economic forum a Davos. La posizione di Abn può ora riaprire i giochi sul futuro della banca romana, visto che il mercato considera il ruolo di Geronzi come un freno alle aggregazioni, mentre vede Abn come il «predatore naturale», anche grazie ai buoni rapporti sempre dichiarati tra il socio olandese e l’amministratore delegato, Matteo Arpe. Ieri il titolo era già salito del 2% a quota 7,03 prima delle dichiarazioni di Groenink, arrivate a Borsa chiusa.
Geronzi era stato reintegrato in primavera dal patto dei grandi soci e dall’assemblea in seguito alla sospensione legata all’inchiesta Parmalat e recentemente dopo la condanna di primo grado subita per il crac Italcase-Bagaglino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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