Caro dottor Granzotto, come moltissimi italiani ho accolto con soddisfazione il «no» dellEuroparlamento alla risoluzione sulla mancata libertà di stampa in Italia caldeggiata dalla sinistra, Di Pietro in prima fila. È una vittoria «europea» sulla canea antiberlusconiana e sugli alfieri del tanto peggio tanto meglio. Ciò che mi ha invece molto amareggiato è stata la reazione di un eurodeputato italiano, Francesco Speroni se ricordo bene, che fa un gestaccio rivolto ai colleghi italiani di sinistra. Ciò non deve accadere in un emiciclo parlamentare, nella sede di quello che è un Parlamento sede del potere legislativo e dunque anima e motore dellEuropa.
Milano
Non prenda così sul serio lEuroparlamento, caro Cattaneo. Pressoché privo di poteri eppure costosissimo, supercostosissimo (e a pagare siamo noi contribuenti), è solo un ornamento scenografico, come i torrioni di cartapesta nei melodrammi. E non sia così definitivamente critico nei confronti del gesto che lonorevole Speroni ha rivolto alla canea dipietrista e pidiellina uscita con le ossa rotte dai ludi europarlamentari. In Italia quel gesto è detto «far manichetto», locuzione già nota, già popolare nel Settecento, figuriamoci un po, ma nei fatti vecchia come il cucco: i latini chiamavano il mettere la mano sulla snodatura dellaltro braccio per piegarlo poi allinsù, ciconia. E a quanto si legge le «ciconie» fioccavano, nellantica Roma. Però, «far manichetto» non dà ragione alla forza espressiva e a quel tono augusto che il gesto trasmette. La lingua che invece ne esprime appieno il senso è quella francese che chiama il nostro «far manichetto» niente meno che «bras dhonneur», braccio donore. Donore, caro Cattaneo, perché latto si rifà a una antica ma tuttora attuale consuetudine: quella di alzare un braccio in segno di vittoria. Chi dunque esegue un «bras dhonneur» manda a dire allavversario semplicemente questo: non lo puoi alzare, il braccio, perché non hai vinto, perché ho vinto io. Nella gioia del trionfo e specie se si trionfa su una manica di livorosi, fegatosi, acidi «sinceri democratici» che andarono per suonarle e finirono suonati, anche lanimo più nobile difficilmente riesce a trattenere limpulso di prodursi in un «bras dhonneur». Esso ti esce dal cuore, potremmo dire, e al cuore, si sa, non si comanda. Certo, parliamo dun gesto indelicato e oltraggioso, ma i salamelecchi sono altri e lottimo onorevole Speroni non aveva certo in animo di complimentarsi con la spocchiosa canea progressista. Irriderla, voleva, sfotterla, umiliarla. E niente serve, al momento, meglio di un sovrano sfottò qual è il «bras dhonneur» che a volerla dire tutta fa onore a colui che vi ha ricorso. Sa, caro Cattaneo, in casi come questo, con quei cretini di sinistra che intendevano esportare lantiberlusconismo nelle istituzioni europee e che tanto brigarono da farsi certi che la risoluzione sarebbe passata alla grande, non servono le parole. Ci vuole qualcosa che nella sua icasticità folgori i suddetti cretini.
Il gesto dellombrello a volte serve anche se non piove
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