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Gheddafi ha ricevuto gli italiani rimpatriati

Il leader libico è ripartito per Tripoli. Dopo l'incontro di ieri con gli industriali il colonnello ha avuto un lungo colloquio con Tronchetti Provera. Poi l'incontro con centinaia di rimpatriati italiani dalla Libia. Gli ebrei disertano l'incontro nella tenda. Berlusconi: "Il colonnello? E' intelligentissimo"

Gheddafi ha ricevuto gli italiani rimpatriati

Roma - Si è conclusa la visita in Italia di Muammar Gheddafi. Il leader libico è ripartito per Tripoli. L’aereo speciale è decollato dall’aeroporto militare di Ciampino alle 13.40. Pantaloni color kaki, una mezza tunica marrone scuro e una sciarpa nera, prima di varcare il portellone il colonnello ha salutato tutti i presenti. E' stata una visita importante ma controversa, non ci sono dubbi. Prima la foto-denuncia contro l'Italia, ostentata sulla divisa appena sbarcato a Ciampino. E tenuta, in bella mostra nei primi importanti incontri con il Capo dello Stato Napolitano e quello del governo Berlusconi. Poi l'attacco pesante agli Stati Uniti, paragonati a Bin Laden (con un esplicito riferimento all'attacco subito da Tripoli nel 1986, per ordine del presidente americano Reagan, che rispondeva però a una serie di provocazioni, tra cui i missili contro l'Italia, ndr). Per finire, l'incontro saltato con il presidente della Camera Fini, che dopo due ore di vana attesa ha deciso, indispettito, di annullare la visita a Montecitorio del leader libico.

Incontro con Tronchetti Provera e Afef Dopo l’incontro di ieri in Confindustria questa mattina, a Villa Pamphili, il colonnello ha avuto un lungo colloquio privato con il presidente della Pirelli, Marco Tronchetti Provera, accompagnato dalla moglie Afef. Si sarebbe parlato di possibili sviluppi per le attività del gruppo della Bicocca in Libia.

Rimpatriati italiani Hanno cappelli, sciarpe e qualcuno indossa anche t-shirt verdi. Sono italiani nati o con un passato in Libia che questa mattina sono stati ricevuti a Villa Gloria Phamphili da Gheddafi. Trecento, forse quattrocento persone con il colore verde addosso, quello che ricorda la rivoluzione libica, sono stati ricevuti questa mattina poco prima delle 11 dal leader libico.

Saltato l'incontro con gli ebrei L’appuntamento era per le 10 di questa mattina sotto il tendone di Villa Pamphili. Ma anzichè una delegazione della comunità ebraica, il leader libico si è visto consegnare una lettera a firma di Shalom Tesciuba, leader carismatico della comunità ebraica tripolina e vice presidente della comunità ebraica di Roma. Nel testo è stata riportata tutta la storia di come Gheddafi ha allontanato gli ebrei dalla Libia e la richiesta di un tavolo tra ebrei libici e il Colonnello per definire i risarcimenti ai profughi. Insomma, dopo che Tesciuba aveva fatto sapere all’ambasciatore libico che "gli ebrei libici e gli ebrei di Roma non abbasseranno la testa e non dissacreranno il sabato" e che "se non sarà concordata un’altra data l’incontro non avverrà", il faccia a faccia è andato deserto.

Berlusconi: Gheddafi? Intelligentissimo Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ripercorre le tappe del suo rapporto con Gheddafi, "che è intelligentissimo" e che ha portato, grazie anche all’amicizia che si è stabilita tra i due leader, a chiudere "una ferita" con la Libia per il periodo di occupazione italiano. "Quando cominciai ad andare a trovare Gheddafi - ha detto Berlusconi ricordando il periodo di occupazione italiana -, perché c’era bisogno di sostenere l’Eni nel suo rapporto con lui per il rinnovo dei contratti del gas, che per noi è essenziale, mi accoglieva sempre con fotografie che mostravano cittadini libici fucilati, impiccati. Una volta mi regalò un moschetto, un fucile, che era stato conquistato dalla Resistenza libica. L’ultima volta mi ha fatto incontrare il figlio di un eroe libico che gli italiani hanno giudicato sommariamente e impiccato, mostrandomi una foto in cui ciò avveniva tra le risate dei presenti italiani e del partito fascista".

Qualità e difetti sulla bilancia Il premier osserva quindi che "bisogna anche considerare quale è stata la vera storia: c’era una ferita che bisognava chiudere. Io mi sono applicato per questo, sono riuscito ad avere l’amicizia di Gheddafi che è uno intelligentissimo, d’altronde se è a capo da quarant’anni evidentemente è uno che si sa fare. Ha dei suoi risvolti di originalità che bisogna capire. Ma si mettono qualità e difetti sulla bilancia - conclude - .

Io ho ritenuto di potere portare avanti questo rapporto per l’Italia fondato sul rapporto personale e la conclusione è stato l’accordo".

 

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