Gheddafi jr: «Nessuno scambio infermiere-armi»

Pioggia di smentite su una contropartita per la Francia: negano l’Eliseo, l’azienda venditrice e adesso anche il figlio del dittatore

da Parigi

È il momento delle smentite riguardo le polemiche sulla vendita di armi francesi alla Libia. Smentisce l’Eliseo, smentisce il gruppo aeronautico Eads e persino il 34enne Seif al-Islam Gheddafi, che con le sue dichiarazioni a Le Monde ha scatenato il putiferio mediatico. Le smentite non riguardano la vendita di materiale militare francese alla Libia (missili perforanti e sistemi di comunicazione). Riguardano l’ipotetico nesso - sostenuto dal giovane Gheddafi nelle sue prime dichiarazioni - tra l’operazione armi e la liberazione delle cinque infermiere bulgare e un medico palestinese da 8 anni trattenuti in Libia sotto l’accusa di aver infettato di Aids centinaia di bambini di Bengasi.
Nicolas Sarkozy aveva promesso un’azione a favore della libertà dei bulgari. Detto fatto: la first lady Cecilia si è recata due volte a Tripoli, in compagnia del segretario generale dell’Eliseo Claude Guéant, che secondo alcuni giornali francesi avrebbe promesso a Gheddafi missili anticarro e altro materiale bellico in cambio della vita delle infermiere. Sta di fatto che i bulgari sono oggi in libertà nel loro Paese, mentre Sarkozy è oggetto di critiche per aver sempre negato che la Francia abbia pagato una sorta di riscatto in cambio di quel successo diplomatico-umanitario. La vendita dei missili rientrerebbe - secondo i critici - in quel «riscatto».
Ieri Seif al-Islam Gheddafi ha dichiarato che il contratto da 168 milioni di euro per la vendita di missili «Milan», prodotti dalla società Mbda, controllata dal gruppo franco-tedesco Eads, non è una contropartita per la libertà dei bulgari. Il figlio del colonnello si contraddice, ma nel suo Paese nessuno lo metterà alla berlina per questo. Alza anche la voce, affermando che «sarebbe inammissibile se una vicenda umanitaria fosse oggetto di un simile scambio». E precisa che i negoziati per la vendita alla Libia di missili anticarro francesi «Milan», oggi prodotti nell’ambito di Eads, erano «in corso da 18 mesi».
La smentita dell’Eliseo è giunta attraverso un’intervista del potentissimo Claude Guéant al Figaro. Se Sarkozy è in vacanza negli Usa, il suo braccio destro Guéant riafferma la disponibilità alla convocazione di una commissione d’inchiesta parlamentare sull’eventuale scambio «armi-infermiere». Dice anche lui che «i negoziati commerciali tra Mbda e le autorità libiche erano in atto da tempo e l’Eliseo non è intervenuto per accelerarne la conclusione».

Per bocca del segretario socialista François Hollande, l’opposizione di sinistra insiste sulla commissione d’inchiesta parlamentare, che dovrebbe cominciare i lavori in settembre. Quanto a Eads, il direttore generale del gruppo, Marwan Lahoud, afferma: «In 18 mesi di negoziati sui missili non c’è mai stato un intervento diretto dell’Eliseo».

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