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Gheddafi umilia ministro spagnolo

Manila Alfano

Dopo dieci ore di attesa il ministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos è tornato a casa senza aver incontrato Muammar Gheddafi. Moratinos, arrivato in Libia mercoledì, avrebbe dovuto incontrare il leader libico il giorno successivo nella località costiera di Sirte ma, dopo averlo atteso invano, il capo della diplomazia spagnola ha preferito tornare a Madrid. Lo ha fatto rinunciando all’offerta riparatoria avanzata dal primo ministro libico, Shiukri Ghanem, che aveva proposto al capo della diplomazia spagnola di posticipare l’incontro di un giorno. Moratinos si era recato in Libia soprattutto per invitare Gheddafi al «vertice euro-mediterraneo» di novembre a Barcellona, dove al momento Tripoli è presente solo come osservatore.
La diplomazia libica ha giustificato il comportamento di Gheddafi adducendo un «problema di agenda» e ha fatto sapere che il leader libico doveva ricevere nello stesso giorno diversi capi di Stato e di governo africani.
Quella di Moratinos era la prima visita in Libia di un esponente del governo socialista eletto, dopo le elezioni del 14 marzo del 2004. Anche se il ministero degli Esteri spagnolo ha negato che si possa parlare di incidente nelle relazioni fra i due Paesi, i media hanno giudicato l’accaduto un «grave incidente diplomatico». El Pais sottolinea che per Moratinos «l’attesa è doppiamente grave, data la sua esperienza e la sua familiarità con il mondo arabo». Prima di diventare ministro del governo Zapatero, Moratinos è stato infatti l’inviato speciale dell’Ue per il Medio Oriente.
Non è la prima volta che Gheddafi fa aspettare i capi della diplomazia spagnola: accadde - ha ricordato ieri El Pais - con Josep Piquè, ministro degli Esteri del governo Aznar nel 2002, che dovette attendere sei ore. Il premier spagnolo, nel 2003, fece sapere che avrebbe interrotto la sua visita al minimo ritardo.

E finì che Gheddafi gli regalò un purosangue arabo facendogli molte promesse di affari.

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