Ghizzoni: «Sul capitale si decide entro fine anno»

Unicredit è «impegnata» a far proseguire la crescita del proprio livello di capitale ed entro la fine dell’anno deciderà se procedere o no ad un aumento. L’ad del gruppo, Federico Ghizzoni non sposta l’asticella e torna a ribadire quanto già detto prima della pausa estiva. Il banchiere, ospite della consueta conferenza dell’Handesblatt a Francoforte, ha spiegato che i coefficienti patrimoniali sono attualmente «sufficienti», sebbene ci sia un «potenziale» per aumentare la base di capitale. Piazza Cordusio è infatti l’unica, tra le grandi banche italiane, a non aver programmato, fino ad ora, un’operazione sul capitale. Ghizzoni l’ha ripetuto più volte, negli ultimi mesi: la banca è ben patrimonializzata e non ha necessità di un’ iniezione di liquidità. Tra l’altro, proprio l’ultima trimestrale ha visto un’ulteriore crescita del core tier 1 al 9,12%.
Certo i corsi di Borsa sono quelli che sono e Unicredit (-43% la perdita accumulata in Piazza Affari negli ultimi due mesi), insieme ad Intesa (-44%), è tra gli istituti più sotto pressione. I soci di riferimento lo sanno bene e lo vedono. Tanto che, come è consuetudine, le fondazioni azioniste si incontreranno venerdì con il presidente, Dieter Rampl, per fare il punto e analizzare la crisi che sta stravolgendo i mercati. Nel pieno dell’ennesima tempesta finanziaria l’istituto bancario è impegnato, peraltro, a costruire il proprio piano industriale. Linee strategiche che saranno pronte, come confermato anche oggi dallo stesso Ghizzoni, per novembre-dicembre.
Ma a Francoforte l’ad di Piazza Cordusio non si è limitato a parlare solo dell’istituto: ha anche affrontato temi che riguardano più strettamente l’Italia assicurando che il Paese non è a rischio default. Mentre, sulla manovra finanziaria, il banchiere ha sottolineato che le misure di austerity proposte «non sono sufficienti per creare ricchezza».

L’Italia, ha spiegato, «può riprendersi» ma questo richiede un intervento della politica più forte e lungimirante. Nel Paese ci sono molte risorse in eccesso «che potrebbero essere tagliate e asset che potrebbero essere messi sul mercato».

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