Già condannati all’ergastolo i killer del volontario italiano

L’Onu condanna la Siria, l’America e l’Europa sanzionano l’Iran e chi ancora ne ha uno ritira il proprio ambasciatore da Teheran per protesta contro gli assalti alla sede diplomatica britannica. Sulla carta, l’Occidente sta reagendo alle inaccettabili brutalità commesse in questi due Paesi oppressi da dittature. Ma la sostanza sembra ancora di là da venire: sul petrolio, ad esempio, non si trova un accordo.
Eppure gli argomenti non mancano. Ieri il Consiglio Onu per i diritti umani ha tenuto una sessione straordinaria a Ginevra sul tema della repressione in Siria, esprimendo una condanna con 37 voti favorevoli e 4 contrari, tra i quali quelli “pesanti” della Russia e della Cina. E l’Alto Commissario per i diritti umani, Navi Pillay, ha chiesto che il regime renda conto dei suoi crimini davanti al Tribunale Penale Internazionale dell’Aia, aggiungendo che nel Paese mediorientale vi sono più di 14mila persone detenute. Le cifre delle vittime sono agghiaccianti: dall’inizio delle proteste di marzo sono morte 4mila persone, di cui 307 bambini. Di questi ben 56 hanno perso la vita a novembre, il mese più sanguinoso. Il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha annunciato che avrà «presto» un incontro con i rappresentanti del Consiglio nazionale siriano (Cns), l’organo che riunisce gli oppositori al regime di Damasco. Tutto questo mentre anche ieri in Siria ci sono state decine di vittime che hanno marcato un altro venerdì di sangue.
Quanto all’Iran, ieri è stata la giornata in cui tutti i diplomatici iraniani hanno lasciato il Regno Unito, obbedendo all’ultimatum imposto dal governo di Londra. Ieri l’ex ambasciatore britannico in Iran Dominic Chilcott ha detto che «chiaramente l’assalto di mercoledì all’ambasciata britannica a Teheran aveva l’appoggio dello Stato». Segnatamente della Guida Suprema Ali Khamenei, mentre la fazione legata al presidente Ahmadinejad sembra aver espresso contrarietà all’azione illegale. Ieri il Senato americano ha approvato all’unanimità sanzioni contro la Banca Centrale iraniana. La misura ha però incontrato la contrarietà della Casa Bianca. Questo perché la Banca di Stato iraniana è diventata un intermediario vitale per gli acquirenti di greggio iraniano visto che le sanzioni esistenti hanno limitato le possibilità di accesso dell’Iran al settore finanziario internazionale per la gestione del commercio di petrolio».

L’amministrazione Obama teme che puntare direttamente all’export di greggio verso l’Asia e l’Europa rischi da un lato di incrinare il fronte internazionale contro il programma nucleare iraniano, dall’altro di far aumentare il prezzo del barile.

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