Quanto si è visto in trappola, con le fiamme che già gli mordevano il corpo e il fumo che invadeva lappartamento, il giovane marocchino ha cercato scampo attraverso lunica via di fuga possibile: la finestra. Ha scavalcato il davanzale, si è lasciato andare «artigliando» il muro con le dita. Un attrito che ha rallentato la caduta ma anche rovinato, forse per sempre, le mani. E così ora è lui, tra i sei ricoverati in ospedale, il ferito più grave della tragedia di viale Fulvio Testi.
Ma questa è solo una delle tante scene di terrore a cui hanno assistito gli inquilini del microcosmo di viale Fulvio Testi 78 e 89, un cortile dove si affacciano quattro ingressi, ciascuna di 24 appartamenti. Alla scala B ieri mattina è scoppiato linferno, alte fiamme e fumo denso hanno invaso le scale tagliando la via di fuga agli inquilini, un morto e una decina di feriti è il bilancio finale. E solo il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha permesso di evitare fosse ancora più pesante. In pochi secondi sono riusciti a portare in salvo una decina di condomini rimasti in trappola.
«Fiamme altissime che uscivano dalle finestre, vetri che scoppiavano - racconta Nella, la custode - E poi le invocazioni daiuto degli inquilini». Il più grave, come detto un nordafricano di 21 anni, intossicato, il corpo piagato dalle fiamme, le mani rovinate nel tentativo di frenare la sua caduta dal secondo piano. Ora è a Niguarda con una donna di 81 anni, intossicata dal molto fumo respirato. Drammatiche anche le operazioni di salvataggio di una filippina di 30 anni fermata appena in tempo mentre con la figlioletta di sei, si stava gettando dal balcone. I pompieri sono andati a prenderla con la piattaforma mobile, portata a terra e affidata al 118. Lambulanza ha trasferito entrambe al San Raffaele, ustionate e intossicate, inizialmente in codice verde diventato giallo.
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