Giù le mani dallInno di Mameli. È di tutti. Il deputato del Pdl Roberto Cassinelli ha presentato una proposta di legge, sottoscritta da circa quaranta colleghi di ogni schieramento, affinché l'Inno nazionale, che ancora non ha un riconoscimento costituzionale, sia definito «patrimonio della Nazione» e possa eseguirsi e riprodursi senza dover pagare alcun importo. «Da diversi anni la Siae chiede contributi salati a chi riproduce l'Inno in pubblico - spiega Cassinelli - ed è ora che cessi questa mercificazione di un canto che appartiene a tutti noi».
«L'Inno di Mameli è di tutti gli Italiani: pagare per ascoltarlo è un oltraggio ai nostri sentimenti patriottici», insiste Cassinelli in relazione alla circostanza, riscontrata ancora recentemente, per cui la Siae pretende lauti compensi ad ogni riproduzione pubblica dell'Inno nazionale. «È vero che l'Inno non ha alcun riconoscimento costituzionale - aggiunge il parlamentare - ma tutti noi lo sentiamo come uno dei simboli della nostra Repubblica e soffriamo nel vedere alcuni enti specularci sopra». Per questa ragione Cassinelli, insieme al collega Michele Scandroglio (Pdl) e a circa quaranta colleghi tra cui Giancarlo Lehner, Antonio Martino, Alessandra Mussolini, Paola Pelino e Santo Versace (Pdl), Paola Concia e Jean-Leonard Touadi (Pd), Giuseppe Naro, Roberto Rao e Michele Vietti (Udc), Massimo Calearo e Giuseppe Pisicchio (ApI) , ha presentato una proposta di legge in cui si riconosce l'Inno come «patrimonio della Nazione» e se ne proibisce l'utilizzo economico da parte di enti pubblici o privati.
«A pochi mesi dal 150° anniversario dell'unità d'Italia - afferma Cassinelli - è bene dare un segnale preciso: il nostro Paese ha un suo Inno che deve essere riconosciuto anche formalmente e che non può costituire oggetto di attività economica». «L'Inno, il Tricolore e lo Stemma - aggiunge ancora il deputato - sono vessilli di tutti gli Italiani, che vorremmo sempre più presenti nelle loro case e, soprattutto, nei loro cuori».
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