Giù le mani dalla gatta Lulù ultima vittima dei pregiudizi

di Oscar Grazioli

La malattia. Quella grave, insidiosa, silente, che avanza dai pertugi di finestre, atri e corridoi. Quella misteriosa di cui non conosci neanche il nome. Quella che colpisce i bambini e sega il tronco delle vecchie querce. Quella trasportata dall'infame che si muove nell'oscurità e nel silenzio di cantine e solai, senza fare il minimo rumore.
Lui, il gatto, maledetto untore del terzo millennio e un tempo messaggero o veicolo corporale di demoni e streghe. Si aggira solitario sui ballatoi e sui cordoli dei balconi e talvolta invade l'altrui giardino con la sfrontatezza di un demonio che presuppone di averla vinto contro Iddio stesso.
I gatti, si sa, o sono amati o sono odiati e non c'è via di mezzo. Mi scrive Adriana A., una simpatica lettrice, amante dei gatti che chiede aiuto al Giornale.
«Gent.mo Grazioli - scrive Adriana -, da alcuni mesi ho una micia che ho salvato da morte certa in quanto trovata in condizioni pietose nel motore della mia auto. L' ho vista rinascere e ho provveduto a sottoporla a tutte le cure necessarie; purtroppo ho la sfortuna di vivere in una casa confinante tramite un' ampia terrazza con la casa di mia "zia"».
Fatto sta che Adriana ha appena ricevuto una diffida, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, che mi trascrive in toto, omettendo solo i dati sensibili.
«Con la presente - c'è scritto - essendo rimasta inevasa ogni precedente richiesta verbale in tal senso, La invito e diffido formalmente ad allontanare IMMEDIATAMENTE ED IN VIA DEFINITIVA la gatta dall'appartamento di primo piano sito alla Via ................attiguo all'appartamento abitato dalla mia famiglia con ingresso dalla via ........ Infatti, come a Lei ben noto, la predetta gatta suole uscire sul terrazzino comune ai predetti appartamenti e costituisce un veicolo di infezioni e malattie per la mia famiglia, per i miei figli e, soprattutto, per i miei nipotini.
Pertanto, qualora anche il presente invito formale dovesse rimanere disatteso sin dal giorno successivo a quello del ricevimento della presente raccomandata, mi vedrò costretta, mio malgrado, ad interessare gli uffici competenti per ottenere l'allontanamento coattivo dell'animale con ogni relativa conseguenza. Distinti saluti».
Adriana termina la sua, con la richiesta di aiuto «Le sarei grata se potesse consigliarmi cosa fare».
Primo consiglio: una sana risata. Secondo: raccomandata a.r. in cui chiede la documentazione sanitaria di nipoti e nipotini. Adriana non ha «fatto» morbillo, varicella e quinta malattia. I bambini, uscendo sul terrazzino in comune la mettono a rischio di contagio. Tenere pronto il libretto sanitario di Lulù con tanto di certificato di sana e robusta costruzione fisica e vaccinazioni aggiornate. Aggiornare la «zia» sul fatto che il gatto è libero di passeggiare sulle parti comuni e anche nei giardini altrui e che il suo maltrattamento è reato penale.


Se non avesse ascolto, scriva ancora. Ho appena sentito Lorenzo Croce dell'Aidaa che sarà felice di far due chiacchiere con la «zia» nei cui panni non vorrei proprio essere.
Cordiali saluti da noi tutti e una carezza alla micia.

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