Il giallo delle 79 schede bianche «votate»

Il giallo delle 79 schede bianche «votate»

(...) elettorale tollera e copre l'incapacità.
Ma la notizia nuova non potrebbe trovare giustificazioni: molte schede bianche sarebbero diventate voti validi. Qualora i sospetti fossero confermati entrerebbe in ballo il dolo, si inizierebbe a parlare di reati specifici. La competenza non sarebbe più del Tar e dei suoi eventuali tempi biblici, in questo caso dovrebbe intervenire la magistratura ordinaria.
La denuncia arriva da un coordinatore dei rappresentanti di lista, Giuliano Brighenti, sindacalista di lungo corso, iscritto alla Lega Nord. Fa esempi concreti, numeri precisi e non cifre arrotondate. Indica i seggi del giallo. «Chi era ai seggi mi ha riferito di episodi strani. Li racconto io, perché altri hanno timori a esporsi - attacca il leghista, uno che a metterci la faccia non ha paura -. A Nervi, in alcune sezioni aperte nell'istituto scolastico Ugolino Vivaldi sono sparite molte schede bianche». E siccome i conti sono poi tornati, potrebbe significare che quelle schede non sono soltanto scomparse ma sono finite tra i voti validi, o comunque conteggiate come tali.
Ecco cosa sarebbe successo. «I rappresentanti di lista, sui loro brogliacci, al termine dello spoglio hanno annotato 202 schede bianche - racconta Brighenti -. Sui verbali ne sono state annotate 123. Cioè ne mancano 79». Cosa può essere accaduto? Le ipotesi logiche sono solo due, entrambe gravissime. Che qualcuno abbia «votato» quelle schede. Oppure che semplicemente, dopo averle contate e chiuse nelle buste sigillate, ne abbia dichiarate a verbale 79 di meno, aggiungendo contemporaneamente lo stesso numero di voti a un candidato sindaco, e/o a un partito. Operazione più semplice, a minor rischio, e soprattutto «garantita» dal fatto che la legge impedisce di ricontare le schede. A meno di decisioni della magistratura, che tuttavia sembrano possibili solo in casi più inesistenti che unici.
All'esponente della Lega Nord è però inevitabile rivolgere una domanda. E riguarda il tipo di prove che può portare a sostegno di questa tesi. «È un fatto che mi hanno riportato diversi rappresentanti di lista, e naturalmente io non ho i mezzi per accertare la verità. Questo lo può fare solo la magistratura - replica Brighenti -. Io segnalo la possibile commissione di un reato. Non voglio e non posso dare nulla per scontato. Di più non posso fare». E se si fosse verificata la seconda ipotesi, quella della registrazione sul verbale di numeri diversi dal numero di schede archiviate, basterebbe riaprire i cartoni e contare le schede bianche. Anche solo per accertare che si tratta di un falso allarme.
Una seconda questione coinvolge gli stessi rappresentanti di lista presenti ai seggi: perché non hanno fatto niente? A questo dubbio una risposta arriva dalla logica e dalla prassi ben nota a chi ha frequentato i seggi. Per evitare rallentamenti al termine delle operazioni di voto, molti presidenti chiedono ai rappresentanti di lista di firmare i verbali già nel corso delle operazioni di voto, la domenica o il lunedì mattina. Per fare prima. Difficilmente qualcuno si oppone.

E non accadrebbe nulla se poi, in caso di discrepanze o contestazioni, i rappresentanti di lista non si trovassero ad aver avallato con la loro firma quello che vorrebbero impugnare.
Brighenti segnala un fatto grave. Aggiunge un'ipotesi finora mai presa in considerazione in questo pur infinito panorama di incredibili irregolarità nelle operazioni di scrutinio. Ma c'è il rischio che non basti.

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