Giallo a Mosca, avvelenate due americane

da Mosca

Due donne americane di origine russa sono state ricoverate nei giorni scorsi in un ospedale di Mosca per avvelenamento da tallio, una sostanza chimica simile al piombo i cui sali sono estremamente tossici: in passato venivano impiegati nella confezione di veleno per topi e pesticidi, ma molti Paesi li hanno messi al bando perché troppo pericolosi.
La vicenda ha suscitato vasta eco sulla stampa russa, che associa il tallio ai servizi segreti, soprattutto dopo la vicenda dell’ex spia del Kgb Aleksandr Litvinenko, il cui avvelenamento da polonio 210 (isotopo altamente radioattivo) era stato dapprima scambiato per una intossicazione da tallio.
Si dice che gli agenti segreti ricorrano a questo veleno, che non agisce immediatamente ma solo dopo due giorni. I primi sintomi ricordano una brutta influenza e sono seguiti da un breve miglioramento, quelli successivi fanno pensare a una banale per quanto forte intossicazione alimentare. Solo dopo due-tre settimane, quando non c’è più nulla da fare, si manifestano vitaminosi acuta e perdita di capelli che possano mettere i sanitari sulla pista giusta. Basta un grammo della sostanza, fra l’altro inodore e insapore, per uccidere una persona.
Le due vittime non fanno però parte - almeno a prima vista - di ambienti a rischio: sono una donna di 49 anni, Marina Kovalevskaia e la figlia Iana, 26 anni, emigrate negli Stati Uniti nel 1989 e venute a Mosca per partecipare al matrimonio di un parente.

Stando alla stampa russa, l’avvelenamento potrebbe essere avvenuto in America, ma dato che le due avevano mangiato in caffè e ristoranti della capitale russa, le autorità sanitarie hanno deciso di effettuare controlli un po’ ovunque. Marina e Iana, sottolineano i medici, sono ora fuori pericolo e verranno presto dimesse dall’ospedale.

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