Giallo di Natale: ingegnere italiano ucciso in Olanda

Massacrato in casa e con le mani legate. È un giallo, dal sapore di intrigo internazionale, l’omicidio in Olanda di un ingegnere italiano di origine salernitana. L’uomo è stato trovato cadavere, il giorno di Natale, nel suo appartamento nella Burgermeester Elsenlaan a Rijswijk, sobborgo residenziale, alle porte dell’Aia. Le autorità consolari italiane stanno lavorando a stretto contatto con la polizia locale.
La vittima è Antonio Ferrigno, 54 anni, fisico nucleare capo esaminatore dell’Ufficio europeo brevetti dell’Aia (Epo), funzionario del dipartimento che si occupa dei nuovi ritrovati su scala mondiale in materia di pacemaker, era anche il tesoriere sia della comunità italiana di Delft che del Comitato degli italiani residenti all’estero (Com.It.Es). Sarebbe stato ucciso la vigilia di Natale secondo il medico legale tra 4 e le 6 del 24 mattina. A quanto si apprende, non vi sarebbero segni di scasso in casa.
A scoprire il cadavere, l’indomani, è stato il figlio dell’ingegnere originario di Passiano (frazione di Cava de’ Tirreni), ma residente in Olanda da venticinque anni; il ragazzo, preoccupato dal fatto che il padre non rispondeva al telefono, sarebbe entrato in casa accompagnato dalla sorella e qui ha trovato il genitore con le mani legate e in una pozza di sangue, «in condizioni disumane».
Nell’elegante appartamento, in cui l’ingegnere viveva solo dopo essersi separato dalla moglie, non c’erano segni di scasso.
La notizia ha gettato nello sconcerto i familiari e tutto il paese in cui Ferrigno era nato e dove la sua famiglia è conosciuta e stimata. A Passiano vivono Giovanni, il fratello della vittima, le sorelle Anna e Maria e molti nipoti. E qui il fisico nucleare tornava ogni estate per le vacanze.
Gli investigatori olandesi lavorano nel più stretto riserbo e non si sbilanciano su alcuna ipotesi. Di sicuro si sa che si indaga nell’ambiente professionale, considerando poi la particolare attività della vittima ma anche, e forse soprattutto, nell’ambito della sfera privata.
Un particolare inquietante è stato riferito da un suo amico. Pare, infatti, che ultimamente Ferrigno avesse ricevuto minacce e avvertimenti con telefonate anonime.
Un membro della comunità italiana dell’Aia racconta incredulo: «Non era solo molto attivo nel sociale, ma era anche un uomo veramente generoso, ha sempre aiutato gli italiani, in particolare gli anziani in difficoltà, però sempre dietro le quinte, facendo beneficenza anonima. Se c’era qualche problema era il primo a mettere mano al portafoglio. Era una persona gentile, riservata e anche un po’ timida ma con un cuore d’oro».
Il presidente del Comitato italiani residenti all’estero lo ricorda così, con le lacrime agli occhi: «In lui ho trovato un vero collaboratore totalmente disponibile, instancabile ed efficace. Era tecnicamente preparato, ma era anche molto vicino alla comunità. Nelle riunioni più accese era lui che arrivava a mitigare gli animi, a cercare le soluzioni. Per questo era stato proprio Ferrigno il motore propulsore per organizzare la Giornata Italiana nel Limburgo, per avvicinare i membri della nostra comunità e capire i loro problemi».

Ferrigno aveva ottenuto il dottorato di ricerca in fisica a Berlino, dove era rimasto tre anni prima di trasferirsi in Olanda.
Aveva lavorato per l’Università Federico II di Napoli e per l’Università di Salerno ed aveva al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche. Apprezzato per le sue ricerche aveva trovato lavoro in Olanda.

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