Giallo sul ferimento del soldato bambino

Forse la sua prigione è stata colpita. Forse Gilad Shalit, il soldato dal volto di bambino, è ferito, o addirittura morto. Ma forse è solo un trucco di Hamas, una tattica psicologica per ricordare agli israeliani le incognite di quei bombardamenti. Le voci, non avvalorate da alcun dato di fatto, sulla sorte del militare israeliano catturato da Hamas nel giugno 2006 si susseguono da domenica notte. Tutto inizia con un breve servizio di una televisione egiziana in cui - citando fonti di Hamas - si ipotizza il ferimento del prigioniero nel corso di uno dei raid dell'aviazione susseguitisi da sabato mattina. Il quotidiano Al Quds Al Arabi cita invece le dichiarazioni di alcuni abitanti di Gaza su una serie di misteriose telefonate con cui i servizi di sicurezza israeliani prometterebbero ricompense da un milione di Sheqel (circa 200mila euro) a chiunque fornisca informazioni sull'ostaggio.
I primi a smentire le notizie del ferimento, diffuse domenica notte dalla tv egiziana e attribuite a fonti di Hamas, sono proprio i servizi di sicurezza israeliana che ipotizzano una sorta di guerra psicologica giocata di Hamas. L'esercito ricorda, invece, di essere in contatto con i genitori del sergente e di aver segnalato - sin dall'inizio dell'operazione «Piombo Fuso» - il rischio di un utilizzo di notizie false per finalità propagandistiche. «Gilad Shalit - sottolinea un comunicato - ha un notevole valore per Hamas, faranno di tutto per tenerlo in vita, ma noi li consideriamo responsabili per qualsiasi cosa dovesse succedere».
In un paese abituato a pagare prezzi altissimi per riportare a casa anche i resti del propri militari le voci diffuse dalla televisione egiziana hanno, però, un effetto dirompente. Anche perché sulla sorte di Gilad Shalit - e sulla supposta incapacità di liberarlo - s'intrecciano da mesi roventi polemiche politiche. Così anche il numero due del governo Haim Ramon si sente in dovere di prendere posizione. «Siamo tutti preoccupati per questa situazione, ma io rimango convinto - dichiara il vice-premier israeliano - che dal punto di vista di Hamas Shalit sia una moneta di scambio preziosa per il rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi».
Secondo alcune ipotesi intrecciatesi ieri la prigione dell'ostaggio potrebbe esser stata colpita nella serie di rapidissime incursioni con cui l'aviazione israeliana ha distrutto - in meno di 4 minuti - la rete di tunnel sotterranei della zona di Rafah utilizzati per trasportare uomini, armi e rifornimenti dal Sinai egiziano alla Striscia.

Per lungo tempo si è immaginato che la prigione, o le diverse prigioni, di Gilad Shalit si trovassero proprio nelle adiacenze di un tunnel per garantire una rapida evacuazione del militare in caso di blitz israeliano. Se così fosse le misure di sicurezza adottate dai carcerieri per garantirsi il controllo del prezioso ostaggio potrebbero essersi trasformate nella sua condanna.

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