«Basta schifezze e porcherie. Molto meglio verdura e frutta».
La battaglia per «difendersi» dalle merendine piene di grassi saturi, dolci, hamburger, patatine fritte, cibi precotti e congelati in busta, comincia anche con la coscienza delle mamme che magari, al posto del «fast and junk food», si renderanno conto che ai loro bambini fa meglio un sano minestrone col pesto alla genovese alla vecchia maniera. Quello che ci sta il cucchiaio in piedi, per intenderci. E, ovviamente, anche tanta frutta.
La politica di educazione alimentare, che vede Genova all'avanguardia anche con progetti per alunni e famiglie come la fattoria didattica (dove si coltiva pure il basilico), si arricchisce di un altro importante progetto lanciato dall'Unione Europea, accolto dal ministero dell'Istruzione e da quello all'Agricoltura realizzato in alcune regioni e grandi città italiane. Si tratta di «Frutta nelle scuole, nutrirsi bene, un insegnamento che frutta» e per quest'anno prevede che i bimbi di quarta e quinta elementare si nutrano di prodotti di stagione divertendosi. Un impegno che è stato accolto dai dirigenti e dai docenti scolastici liguri con grande entusiamo. Così come con grande coinvolgimento ha stimolato tutti i ventimila bimbi liguri che stanno partecipando. Le scuole coinvolte nella nostra regione sono 145 e cioè 1072 classi. A genova partecipano oltre settemila alunni e 434 classi. Dal prossimo anno il progetto della società cooperativa Alimos di Cesena sarà esteso anche ai bambini di prima, seconda e terza elementare.
Oltre alla buona frutta contrassegnata dal marchio Almaverde Bio che ogni bimbo riceve per venti somministrazioni, giungono in classe colori, sapori, giochi, materiali didattici divertenti e efficaci, performance teatrali, premi e gadget, secondo un percorso ludico-pedagogico che tende a coinvolgere non soltanto gli alunni, ma anche insegnanti e famiglie. Si pone l'accento anche sulla stagionalità di frutta e verdura in modo da «educare» nella scelta quotidiana della propria alimentazione.
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