Giappone, frana la produzione industriale

Allarme per il brusco rallentamento: il 10% al mese. Il crollo causato dai setori auto e semiconduttori. E i consumi delle famiglie sono scesi del 5,9%

La produzione industriale crolla al ritmo record del 10%, i consumi delle famiglie frenano del 5,9%, mentre, pur se migliora la disoccupazione (dal 4,3 al 4,1%), le prospettive per il mercato del lavoro non promettono nulla di buono come anticipa la stima del governo sui 160 mila posti in fumo attesi nei sei mesi al 31 marzo, a causa della crisi. L'ultima tornata di dati macroeconomici di gennaio segnalano che il Giappone è in recessione sempre più profonda: "Non c'é dubbio che l'economia sta peggiorando", commenta il ministro delle Finanze, Yosano. "Dobbiamo accelerare e rendere effettivi il prima possibile le misure di stimolo della legge finanziaria", aggiunge nel giorno in cui la Camera Bassa ha approvato il budget 2009-2010 della cifra record di 88.500 miliardi di yen (710 miliardi di euro) e il premier Taro Aso appare più in bilico.

Il tracollo del 10% della produzione industriale (dopo il -9,8% di dicembre) è il peggiore mai segnato su base mensile, mentre quanto al dato annuale, il tonfo vale una riduzione di quasi un terzo (-30,8%). Il fenomeno, ha spiegato il ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria, è legato ad auto e semiconduttori, i settori che sembrano pagare di più la crisi. Le previsioni sull'immediato futuro non sono positive: a febbraio, il ministero ipotizza un'altra frenata dell'8,3%, seguita da un parziale rimbalzo del 2,8% a marzo. La produzione di auto, fino a pochi mesi fa vero propulsore del ciclo espansivo, ha perso a gennaio il 41% su base annua, scivolando a quota 576.539 unità, il peggior dato dal 1967, da quando cioé hanno avuto inizio le statistiche. Male Toyota (-40,3%), Honda (-23%) e Nissan (-59%). In più, la Jama (Japan Automobile Manufacturers Association, l'associazione produttori) ha segnalato che le esportazioni sono diminuite del 59,1%, a 233.859 veicoli, la contrazione più forte dal 1973. A picco i flussi verso Nord America (-71,8%), Europa (-63,2%) e le altre nazioni asiatiche (-54,8%).

Con l'inflazione invariata a gennaio, la spesa delle famiglie, quanto ai consumi, ha segnato il passo (-5,9%) con il dato peggiore dell'ultimo triennio. La disoccupazione è migliorata a sorpresa dello 0,2% su dicembre, al 4,1%, ma il numero dei senza lavoro è salito a 2,77 milioni (+210mila unità su base annua). 

Ieri, Standard & Poor's ha ipotizzato che il Giappone potrebbe attraversare il peggiore ciclo recessivo dal 1945, con un Pil in picchiata del 4% nel 2009, il doppio del -2% del 1998, durante il cosiddetto 'decennio perduto', individuando nella instabilità politica uno dei punti critici da risolvere.

Aso, la cui popolarità è sotto il 10%, vede crescere il malcontento all'interno della sua stessa coalizione, mentre gli influenti accademici, intellettuali e uomini d'affari del 'National Congress for 21st Century' hanno chiesto in una lettera aperta al premier che si vada alle elezioni quanto prima, ad aprile.

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