Gibelli: «Ho portato io Formigoni da Bossi ma non ci rubi le idee»

Gibelli: «Ho portato io Formigoni da Bossi ma non ci rubi le idee»

Una tessera del mosaico romano che punta a ricomporre l’alleanza tra Pdl e Lega in vista delle prossime elezioni o un muoversi indipendente pensando al post Berlusconi cercando sponda nel Carroccio? Non è sicuramente un caso se l’unico accenno alla politica fatto dal governatore Roberto Formigoni in questo ponte di sant’Ambrogio, è stato alle misure economiche da adottare in tempi di crisi, ma soprattutto al federalismo di cui ha raccontato di aver parlato nel palco della prima scaligera con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Mario Monti. Un secondo indizio dopo lo storico ingresso di Formigoni lunedì in via Bellerio, la tana del lupo leghista varcata su invito di Roberto Calderoli per confrontarsi con i colleghi governatori Luca Zaia e Roberto Cota. Sul tavolo la proposta che Formigoni sostiene almeno dal 2007, di chiedere una piena attuazione del titolo V della Costituzione, quello riguardante le autonomie locali riformato nel 2001. Estensione delle materie di competenza e rafforzamento dell’autonomia tributaria delle Regioni. Ed è chiaro l’impatto che in tutto questo avrebbe un asse tra Lombardia, Piemonte e Veneto, modelli economicamente virtuosi da proporre soprattutto in tempi di crisi.
«Temi di cui Formigoni ha sempre parlato e per cui si è sempre battuto», riconoscono i leghisti. Ma sembra indubbio che a tessere la tela per il suo avvicinamento, sia sempre di più il suo vice in Regione, il leghista Andrea Gibelli. Con cui, al momento della rottura romana (forse solo di facciata) tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, ha convocato una conferenza per assicurare che in Lombardia l’alleanza regge. Tanto che, per semplificare, verrebbe da dire che più l’asse Bossi-Berlusconi traballa, più si rafforza quello Bossi-Formigoni. «Un rapporto che si è stretto ancor di più l’anno scorso al momento dei tagli della finanziaria - spiega Gibelli -. Da lì è nata la necessità della difesa delle regioni del Nord. Oltre al tema delle modifiche costituzionali». Quindi l’idea di un tavolo di confronto da aprire tra i governatori e la nascita della direttrice Venezia-Milano-Torino inaugurata dal vertice in via Bellerio. «Perché - aggiunge Gibelli - è evidente che c’è un Pdl del Nord e un Pdl del Sud». Ed è chiaro con chi il Carroccio voglia avere a che fare. Ma poi, siccome i personaggi son di spessore, anche l’inevitabile polemica. Come quella sulla paternità dell’anelito alle macroregioni brandite da Formigoni in questi giorni come rimedio alla crisi economica e politica dell’Italia e dell’euro.

«Un accorpamento - spiega sempre Gibelli - che ha un padre nobile come Umberto Bossi che ne parla da almeno 25 anni. Ma ora non è importante sottolineare le differenze, quanto passare dalle parole ai fatti. L’importante è che sia caduto un tabù, quello che regioni diverse non si possano unire».

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