Gilardino e Flavia Vento, da vittime a indagati

Il Pm: non hanno detto la verità Ma il gip nega il divieto di espatrio per il calciatore

Gilardino e Flavia Vento, da vittime a indagati

Milano - Calcio e veline è una formula che ormai da tempo ha soppiantato lo storico connubio donne e motori. Eppure, il destino che accomuna l’attaccante rossonero Alberto Gilardino e la soubrette nostrana Flavia Vento è casuale quanto ingombrante. Entrambi finiti nel mirino dei ricattatori di Vallettopoli, eppure entrambi finiti nel libro nero del pm Woodcock. Alla fine soltanto l’intervento del Gip di Potenza Alberto Iannuzzi ha impedito in extremis che al campione del mondo venisse inflitto, in piena Champion’s League, il divieto di espatrio e alla bionda eroina della «Fattoria» l’obbligo di dimora. L'episodio relativo a Flavia Vento riguarda gli scatti indiscreti che la sorprenderebbero in effusioni inequivocabili con il bomber romanista Francesco Totti; quel che è peggio, quasi alla vigilia delle nozze con Ilary Blasi.

Sul ricatto al «Pupone», secondo Woodcock, la Vento non avrebbe detto la verità, ovvero avrebbe fatto pesanti omissioni che le sono costate l’accusa di favoreggiamento.

Stessa sorte per Gilardino. Anche il campione del mondo, infatti, sarebbe finito nelle maglie delle estorsioni, circostanza per altro confermata lo scorso dicembre da Adriano Galliani proprio davanti ai giudici. L’amministratore delegato della squadra rossonera ammise infatti in Procura di aver acquistato negativi compromettenti riguardanti Gilardino al fine di evitare scandali sui rotocalchi. Anche il calciatore milanista però, secondo le accuse del procuratore di Potenza, avrebbe «ciurlato nel manico» in fase di interrogatorio.
Una buona ragione, sostiene la Procura di Potenza, per iscrivere il giovane bomber nel registro degli indagati e chiederne il divieto di espatrio.

Proprio adesso che il Milan ha raggiunto i quarti di finale in Europa. Ci pensa però il gip a mandare in corner giudicando non sufficienti le prove a suo carico e respingendo l’attacco del pm. Alla fine, un pareggio che non qualifica nessuno.

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