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Gilardino vuole restare lontano da Adriano

Abbiati in prestito al Genoa. E i giornali inglesi scrivono di una maxiofferta di Abramovich alla Juve per Trezeguet

Franco Ordine

Dietro il «comunicatese», la notizia del giorno. «Il Parma associazione calcio in amministrazione straordinaria ha comunicato in data odierna alla Rialto Holding Limited di esercitare per inadempienza dell’acquirente il diritto di risoluzione dell’accordo firmato il 15 giugno per l’acquisto di Parma football club», recita la nota proveniente da Collecchio. Traduzione simultanea: il Parmacalcio resta nell’orbita Parmalat. E della cordata svizzera non ci sono più tracce. Sparita. Via con tutti i nomi già spesi nell’operazione: Franco Baldini dg, Giovanni Galli team-manager e Zeman allenatore. Ogni commento è superfluo. Serve semmai per capire come funziona da quelle parti. E cioè le garanzie reclamate da Bondi, commissario straordinario, devono essere rigorose, al pari delle banche presso cui effettuare l’operazione finanziaria. Escluso l’uso di fondi incerti e capriole contabili.
Con questo scenario, il calcio-mercato dei sogni proibiti e delle cifre improbabili, subisce un altro colpo al cuore. Il Parma attuale, in verità, si impegna con abilità dialettica a rendere sempre più appetibile il suo gioiello, Alberto Gilardino cioè. E Cinquini, il ds, parla apertamente di Inter e di Moratti, citando persino la Juve e Moggi ma anche da questo punto di vista i conti son presto fatti. Se per le casse interiste il divorzio da Vieri equivale a un costo al netto delle imposte di 9 milioni di euro, non si possono aggiungere le spese pazze per il conguaglio più gli stipendi da dare ad eventuali nerazzurri da parcheggiare a Parma. Per il gusto di fare concorrenza al Milan. Trascurando un aspetto tecnico di cui bisogna tener conto. Lo pensa Gilardino, lo ricordano tutti coloro dotati di buona memoria: ai tempi di Prandelli tecnico e Sacchi dg del Parma, Adriano giocò sempre e Gilardino restò in panchina guadagnando spazio solo quando il brasiliano fece ritorno alla casa madre di Appiano. «Non soddisfa il giocatore quella destinazione», fanno sapere nei dintorni della famiglia Gilardino.
Il Milan, fedele al suo proposito, non modifica il piano d’azione. Presentata l’offerta massima, non intende negoziarla. Si dedica ad altro. Niente colloqui con Cinquini o con Bonetto, procuratore del centravanti di Biella, ma incontri con il Genoa per la cessione (prestito con diritto di riscatto) del portiere Abbiati e l’arrivo dal Messina di Eleftheropoulos, portiere greco. Pelizzoli e Peruzzi, per diversi motivi, non sono stati iscritti nella lista. Le antenne di Adriano Galliani, ieri e forse anche oggi, sono tutte orientate verso Londra per attendere la telefonata ufficiale di Abramovich, patron del Chelsea sull’affare Crespo. Se non si sblocca il mercato del club londinese, l’argentino resta impigliato nella rete del contratto e non può liberarsi. In questo caso la carta a disposizione del vice-presidente esecutivo del Milan è Bobo Vieri (nonostante un incontro avvenuto ieri tra Moggi e il procuratore dell’ex interista). «Tranquilli, non è il tipo che resta a piedi» chiosa un dirigente che conosce bene Galliani fin dai tempi del Monza. I dati degli abbonamenti rossoneri (22 mila, 8 milioni di euro l’incasso parziale) lo confermano.
Ma non è solo il Milan a fare i conti e a mettere fine alle spese folli. Robinho resta al Santos: il Real non lo paga 50 milioni di euro. E sono in pochi, tranne i tabloid inglesi, a credere alla favola che Abramovich abbia offerto 54 milioni di euro per Trezeguet. Conoscendo Moggi glielo avrebbe portato in carrozza con tutta la famiglia. Così gli affari del giorno si possono esaurire in tre o quattro al massimo: Abbiati, già detto, Gamberini dal Bologna alla Fiorentina, Alberto che resta al Siena. Nessuno si eccita, d’accordo.

Ma il resto è fanta-mercato allo stato purissimo.

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