Gino Marotta, quando l’arte fa Cinquanta

Amico di Ungaretti e Cardarelli, Gino Marotta (Campobasso, 1935), realizza preziosi libri con Giorgio Soavi, Emilio Villa e Antonio Delfini, ma la sua strada si configura presto in quella pittura che si lega con il filone internazionale delle avanguardie. Come scrisse Pierre Restany: «Il clima culturale di Milano e di Roma degli anni Cinquanta e Sessanta sarebbe stato molto più squallido senza le grandi invenzioni tematiche di Gino Marotta».
Gino Marotta deve la sua fama a Milano, dove giovanissimo iniziò la sua attività: basti pensare che le sue prime opere pittoriche risalgono alla fine degli anni Quaranta. Un ragazzo prodigio di cui gli intellettuali milanesi se ne accorgono subito e lo fanno entrare nella cerchia dei Burri, Fontana, Capogrossi, Licini, Lèger. Dopo varie collettive la sua prima personale la tiene alla Galleria Montenapoleone nel ’57: arazzi, encausti e velatini che saranno presto convertiti in piombo e alluminio su legno e quindi nei bandoni creati con lamiere di ferro arrugginito combinate e saldate con fiamma ossidrica. Non è un caso che con queste prime opere di grande impatto e coraggio estetico, colpisce l’attenzione di Burri e Fontana e accede a mostre internazionali come «Pittori d’oggi Francia-Italia», a Torino, «Modern Italiensk Maleri» a Copenaghen, a Parigi e in molte altre rassegne internazionali.
Gian Galeazzo Visconti, discendente del casato lombardo dei Signori di Milano che da sempre si occupa d’arte, ha voluto dedicare a Marotta una retrospettiva completa nel suo studio di Corso Monforte 23.
Frequentando i laboratori delle industrie chimiche e delle fonderie lombarde, Marotta decide di cimentarsi in un’ultima fase con materiali quali polistirolo, uretani e poliestere, coniugando le arti visive all’industrial design: ne esce un nuovo progettista perché le sue macchine per scrivere e i suoi mobili fanno il giro del mondo. Le sculture le realizza cimentandosi con i procedimenti industriali acquisti trasformando la sua vocazione artistica anche in produttore in serie. Per esempio per le sculture di metacrilato i soggetti sono ricavati dal paesaggio naturale: gli stessi soggetti ingranditi e combinati si trasformano environment dando vita a scenari artificiali in metacrilato.
Con questa mostra milanese dal titolo «Gino Marotta - Anni Cinquanta», l’artista presenta trenta opere inedite di straordinaria creatività uscendo dalla dimensione tradizionale della pittura per sviluppare una ricerca intimamente legata alla metamorfosi della materia nelle sue diverse componenti. Sono nate così le «Sabbie», gli «Alluminii», i «Piombi», i «Bandoni»; sono lavori che - come scrive il curatore Alberto Foz - «collocano Marotta tra i più sensibili protagonisti della scena italiana con una consapovole volontà di rinnovare le regole della pittura informale».


La mostra che rimarrà aperta fino al 18 gennaio dal lunedì al venerdì dalle 11.30 alle 19 è accompagnata da un ricco catalogo di Silvana editoriale.
Gino Marotta - Anni Cinquanta
Studio Gian Galeazzo Visconti
Corso Monforte 23
Fino al 18 gennaio 2008

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