
In linea con la tabella di marcia e senza nascondere la polvere sotto il tappeto, perché "ci sono ancora alcune criticità e le stiamo risolvendo", spiega Giovanni Malagò, presidente della Fondazione Milano-Cortina. Lo dice a Milano al termine del meeting della coordination commission del Comitato olimpico internazionale, a 142 giorni dalla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali, a San Siro. Che l'aspettativa sia alta lo dicono i numeri, con 800mila tagliandi venduti sul totale di 1,2 milioni ("numeri al di sopra delle aspettative, siamo molto ottimisti di vendere i biglietti rimanenti", spiega il ceo di Milano-Cortina, Andrea Varnier), e l'85% delle venue olimpiche già pronte. Seppur non sempre con i parametri aggiornati, il 90% degli impianti era esistente, e l'approccio sostenibile dei Giochi è stato salvaguardato: "Auguro a chi si occuperà di un grande evento in futuro di poter fare meglio", sfida con il sorriso Malagò. Consapevole anche del ritorno economico sul territorio, con i 450 milioni già raggiunti in sponsorizzazioni e la prospettiva concreta di superare il mezzo miliardo. Sulle vicende giudiziarie legate all'edilizia milanese, Malagò confessa che "nei giorni scorsi siamo stati spettatori interessati e sarei poco serio se rispondessi in altra maniera. Ma non siamo stati coinvolti nel modo più assoluto". E Milano - che domani pomeriggio ospiterà il report della presidente del Cio, Kirsty Coventry annota i prossimi step in avvicinamento ai Giochi. Già il 7 ottobre sarà presentato il concept per la cerimonia inaugurale al Meazza, due settimane dopo in Triennale sarà svelato l'iconico poster dei Giochi, che prenderà posto nell'apposito museo olimpico e diventerà oggetto di vendita. A quel punto sarà già stato dato il dettaglio del percorso della fiaccola olimpica attraverso tutte le province italiane. "Abbiamo piena fiducia negli organizzatori e vedo che la pianificazione per la staffetta procede molto bene", interviene Christophe Dubi, direttore esecutivo del Cio. Il tema è quello della sicurezza, da garantire sia al percorso della fiaccola, sia per l'evento stesso. Anche perché la situazione geopolitica "volatile da molto tempo" induce prudenza. Sulla partecipazione di atleti russi e bielorussi, "il Cio non ha ancora deciso.
Israele? La situazione è diversa e abbiamo due comitati olimpici, di Israele e Palestina appunto, che ottemperano alla Carta olimpica", aggiunge Dubi. Certo è che "lo sport può provare a dare una mano" per sbrogliare la difficile situazione internazionale, auspica Malagò, annotando che "i sistemi tradizionali sino ad ora non hanno dato grandi risultati".