Ci si passa la notte su Internet. Per cercare di salvare quel tanto di risparmio, per provare a capirne di più. Gli analisti parlano per loro e tra loro, i siti specializzati usano termini incomprensibili («utilizziamo le posizioni short per formare una candela rialzista»???). Meglio fidarsi di chi scrive: «Oggi compro e metto tutta la liquidità rimasta disponibile. Avremo un panico maggiore?». Insomma, si scommette ormai su decisi recuperi dei mercati nei prossimi mesi, favoriti da una possibile ripresa globale dell'economia e dai fondamentali dei titoli azionari, con multipli ai minimi degli ultimi 10 anni. Con ottimismo ci si sforza di dar retta a chi afferma di essere abbastanza vecchio da averne viste altre: «Sarò pazzo, ma ricordo la settimana dell11 settembre o il 1998 o il 1987. Anche allora tutto era alla fine, senza speranza. Poi...».
Discorsi da gente che fa trading on line. In questi periodi di bufera meglio andare più tranquilli e cercare di capire come funzionano tutti quei conti che ti riempiono la casella e-mail di promozioni irrinunciabili. Meglio dei Bot, più sicuri dei pronti contro termine. Una battaglia a furia di virgolaqualcosa in più del concorrente. Ma... anche in questo caso si va con i piedi di piombo. Se oltre all'operatività on line un istituto possiede anche un numero limitato di filiali operanti sul territorio, non è certo cosa negativa. Ma il confronto non si ferma lì. Spulciando nei forum su internet (basta fare una ricerca su Google tipo «Chebanca! confronto Fineco arancio» e spuntano poco meno di mille risultati) ci si fa unidea di cosa sia meglio. Le principali differenze nelle condizioni economiche sono il canone fisso e il tasso. E poi quello che sovente fa la differenza: il tasso di interesse creditore. Occhio poi alle spese e agli eventuali giudizi sui call center.
Infine, molte offerte di invitanti percentuali nette riguardano la sottoscrizione di un Pct a 6 mesi, rinnovabile una sola volta, a condizione di attivare la domiciliazione di utenza, o accredito dello stipendio (oppure aprire un mutuo, un prestito, o sottoscrivere investimenti), arrivando quindi ad un massimo di 12 mesi.
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