Paola Setti
La grande commozione che per tre volte lo costringe a interrompersi per trattenere le lacrime, quando dice che «ho amato questa Chiesa e vi ho dedicato cuore e fatiche per oltre tre anni» ma «ora sono richiamato a Roma: come sempre obbedisco». E lo spirito giocoso di sempre: «A Zena un saluto speciale», e poi sorridendo: «Davvero, questa è una staffetta piemontese col cardinal Sodano». Il cardinale Tarcisio Bertone il 15 settembre, dopo lestate come aveva anticipato il Giornale, lascerà Genova per assumere il prestigioso incarico di segretario di Stato al posto del cardinale Angelo Sodano.
Ieri al seminario arcivescovile lui stesso ha letto lannuncio ufficiale, prima di ricevere il saluto del vescovo ausiliare e vicario generale don Luigi Palletti a nome della città, fra gli applausi e sotto il grande ritratto di Giacomo della Chiesa, papa Benedetto XV, ultimo pontefice di origine genovese. «Cè stata comunicata la precisa volontà del Santo Padre di riavermi accanto a sé a Roma come segretario di Stato, per coadiuvare da vicino il Sommo Pontefice nellesercizio della sua suprema missione, come recita larticolo 39 della costituzione apostolica pastor bonus di Papa Giovanni Paolo II» dice Bertone. Spiega che «si tratta per me di una rivoluzione copernicana». Poi ringrazia «papa Benedetto per la fiducia che ripone nel suo antico collaboratore». E ieri il papa ha voluto inviare un messaggio ai fedeli genovesi, che verrà pubblicato oggi dallOsservatore romano. Spiega Benedetto XVI che sono la capacità di «coniugare attenzione pastorale e preparazione dottrinale», oltre «alla reciproca conoscenza e fiducia maturata negli anni di comune servizio presso la congregazione per la dottrina della fede» ad averlo «indotto a sceglierlo per lalto e delicato compito al servizio della Chiesa universale presso la Santa Sede».
Il pontefice rassicura la comunità dei fedeli: «So di aver chiesto al cardinal Bertone un sacrificio grande, so che quello dei fedeli affidato alle sue cure non è da meno, ma sono certo che il suo affetto e la sua preghiera per la vostra comunità saranno portati ad petri fedem». Quindi laffetto per la diocesi, la cui storia «conosce una fedeltà generosa al disegno di Cristo a cui mi appello anche in virtù del nome che ho scelto per questo mio ministero petrino ed in nome dell'ultimo Papa genovese tanto devoto alla Madonna della Guardia alla quale tutti affido in questo momento di passaggio delicato ma ricco di grazie perché sempre tutto si volge al bene di coloro che amano Dio (Lettera ai Romani, Capitolo ottavo)». Infine limpegno: «Proprio in virtù di questa vostra fedele ed obbediente generosità verso la Santa Sede mi accingo a provvedere quanto prima alla nomina del nuovo successore sulla cattedra di San Siro». Di nomi ne circolano già da un po, fra i più accreditati monsignor Piero Marini, arcivescovo e cerimoniere di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI della diocesi di Bobbio, che fino agli anni Ottanta era legata a Genova, il cardinale Attilio Nicora, attuale presidente dellAmministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, 69 anni, Luciano Monari, vescovo di Piacenza. Come che sia, il successore di Bertone non dovrebbe essere ligure, né un vescovo di una diocesi ligure.
Per salutare Bertone ci sarà ancora tempo, là dove il programma dei suoi impegni è rimasto totalmente invariato: «Non è questa lora del bilancio del mio servizio episcopale a Genova, né è il tempo dei saluti, avremo modo di incontrarci durante lestate» ha detto ieri. Dopo aver richiamato la memoria di San Giovanni Fisher e San Tommaso Moro, Bertone ha ripercorso le tappe della sua vita: «Dagli studi e dalla vita universitaria che mi appassionava e che ricordo con nostalgia, sono stato mandato allarcidiocesi di Vercelli. Dopo appena quattro anni, sono stato richiamato a Roma, proprio dal cardinale Angelo Sodano, il 23 maggio 1995, per servire Papa Giovanni Paolo II nella congregazione per la dottrina della fede». Poi, «improvvisamente» Genova, e adesso che va a Roma il cardinale dice di affidarsi alla Madonna della Guardia, che veglierà su me anche dalledicola dei giardini vaticani».
A porgergli un saluto è stato poi don Palletti che, riferendosi allimportanza della nomina, ha detto di «sentirsi particolarmente onorato nel sapere che un nostro pastore ha ricevuto un compito così significativo e delicato nella Chiesa», ma ha sottolineato il sentimento «doloroso, del necessario distacco». Lintervento del vescovo ausiliare ha poi condannato il rincorrersi di voci degli ultimi tempi: «Certo non è questo il modo corretto di leggere la vita della Chiesa. Attribuire lo svolgersi dei fatti ad una rete di presunte macchinazioni umane porta non solo a giudizi gratuiti ed infondati, ma quel che è peggio, toglie dallorizzonte degli uomini la dimensione della provvidenza di Dio».
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