La Giorgi sfida la Bergman (ma sulla scena)

La debuttante Eleonora Giorgi e Remo Girone. Eccola la nuova «strana coppia» del palcoscenico, un impasto di personalità, professionalità e voglia di rimettersi in gioco al servizio di un cult del teatro - Fiori di cactus - commedia che dopo i positivi debutti sulle piazze abruzzesi e siciliane finalmente sboccia anche a Roma. Al teatro Olimpico, dove resterà fino al 21 dicembre, l’esilarante piéce di Pierre Barillet & Jean-Pierre Gredy - tradotta da Gerardo Guerrieri, diretta da Guglielmo Ferro e ambientata a Parigi anziché a New York - punta su un cast pregevole, coerente con la leggerezza del testo. Oltre alla Giorgi e Girone, a dar vita alla fiaba genere boulevardier con musiche orchestrate da Mario Nascimbene e dialoghi frizzanti, capovolgimenti di fronte e finale a sorpresa, recitano Fabrizio Barbone, Donatella Pompadour, Andrea Garinei, Guglielmo Guidi, Federica Montanelli, Giorgia Trasselli. Dall’omonima commedia che replicò tre anni a Brodway dove fu interpretata da Lauren Bacall, e che migrò dalle scene di New York a quelle parigine, tenendo banco sulle scene mondiali prima di arrivare al cinema col film di Gene Sacks interpretato da Walter Matthau, Ingrid Bregman e Goldie Hawn (che vinse l'Oscar), Fiore di cactus racconta la società dei magnifici anni Sessanta con un testo che ha come riferimento Frank Capra e per protagonista una generazione cresciuta a pane e sogni. Insomma, la classica commedia dell’amore e della quotidianità, che ieri è stata festeggiata con una serata dedicata alla Onlus A Smile Train Italia. Stasera, la prima ufficiale illuminata da presenze illustri.
«So che Roma è una piazza difficile, ma io sono nata a trecento metri da qui e il teatro Olimpico non mi fa paura» scherza la Giorgi, attrice e regista cinematografica al suo debutto in proscenio che interpreta il ruolo che fu della Bergman, Stefania Vigneau, «algida» assistente del dentista Giuliano Foch (Remo Girone) di cui è segretamente innamorata. «Come spettatrice venero la Bergman, perciò mi sono accostata a lei con umiltà: la sua Stefania era fatta in modo verista mentre io le ho dato sfumature surrealiste. Ma come la Vigneau anch’io sono un po’ rompiballe» ride la Giorgi innamorata pazza del rapporto fisico con la platea, che in scena dovrà rivaleggiare con la giovane amante di Foch, Antonia Marechal, interpretata dall’esordiente Donatella Pompadour. «Io? Tutto l’opposto di Goldie Hawn - dice la Pompadour, volto noto della soap Vivere - ho dovuto far mio questo personaggio scomodo, l’amante svampita ma di sani principi che alla fine è sostenuta dal pubblico».

Approccio diverso al copione anche per Girone: «Ho visto e rivisto Matthau, studiandolo per bene, ma per il dentista playboy Foch io punto di più sulla cialtroneria… con notevole dispendio energetico». Scene di Alessandro Chiti e costumi di Maurizio Millenotti.

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