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La giornata Berlusconi: «Non ho parlato con Feltri». E Boffo attacca, ma non smentisce

«In questi giorni non ho mai avuto alcuna conversazione telefonica con il direttore de Il Giornale, né con altri suoi collaboratori». Impossibile smentire tutte «le falsità» uscite in questi giorni sulla stampa dice il premier Silvio Berlusconi, alludendo alla battaglia a colpi di rivelazioni e smentite sulla condanna per molestie subita dal direttore di Avvenire, Dino Boffo. Almeno una precisazione però il presidente del Consiglio la vuole fare e riguarda proprio il direttore Vittorio Feltri con il quale, ribadisce, non ha «mai avuto alcuna conversazione telefonica» né prima né dopo la pubblicazione dei documenti che riguardano Boffo.
Ma ieri è stata la giornata delle smentite. Prima di tutto quella del primo attore della vicenda, Dino Boffo. Il direttore di Avvenire affida ad un lungo editoriale l’arringa pro domo sua dove però non si smentisce la condanna per molestie del tribunale di Terni, che non viene neanche citata, ma un altro particolare. Ovvero l’informativa dove si parla di Boffo come di «un noto omosessuale attenzionato dalla Polizia di Stato». Per il direttore di Avvenire non ci sono dubbi «quel fantomatico documento è una vera sòla». Insomma un bidone, dentro il quale «il Mourinho dei direttori», ovvero Feltri, sarebbe caduto come un fesso. Boffo avanza l’ipotesi che si tratti di «una banale lettera anonima». Come può esserne così sicuro? A rassicurarlo è stato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che, racconta Boffo, dopo una verifica gli ha confermato «che nulla, assolutamente nulla era emerso».
Ma tra le ipotesi avanzate ad esempio da Repubblica non si fa alcun cenno a lettere anonime ma invece alla possibilità che quelle frasi siano riportate non in un atto di quel fascicolo giudiziario di Terni ma in una “velina” dei servizi. E dunque si chiama in causa il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ed il suo presidente, Francesco Rutelli, accusato di dormire in piedi mentre occulti apparati passerebbero informazioni riservate alla stampa di regime. Secca la risposta di Rutelli.

Il Copasir, dice «non ha ricevuto finora alcuna segnalazione su coinvolgimenti diretti o indiretti di persone legate ai servizi di informazione», in riferimento alla vicenda Boffo. Sulla quale monsignor Diego Coletti, presidente della commissione Cei per l’educazione, attacca a testa bassa il direttore del Giornale, reo di voler «piacere all’editore di riferimento.

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