nostro inviato a Sanremo
Però lei come il solito ha fatto il contrario. La Berté ha smentito tutti e lo sapete che ormai è una sua abitudine. Vigilia tranquilla, tiè. Niente pazzie più del solito. Zero camere sfasciate. Lo psicodramma di questa cantante che non riesce a finire il suo calvario è stato tutto dentro, tutto nellanimo, così grosso, così imperioso da non riuscir neppure a venire fuori. Lesclusione, accidenti. Dopo la botta di mercoledì, quando è diventata lunica concorrente esclusa dalla gara, la Berté ha tranquillamente provato a porte chiuse, lei e una Ivana Spagna fasciata dallabito disegnato dalla stessa Berté. Le facce di chi era con loro potete immaginarle: tristi, quasi avvilite, rassegnate a un can can così goloso da mangiarsi tutto il resto. Persino gli assistenti Rai erano stupiti da tanta tranquillità della cantante meno tranquilla in circolazione. Dopo le prove, cena al Charleston, locale fuori dai tradizionali circuiti sanremesi e forse per questo ideale per una serata di decompressione, mentre Baudo, il grande amico Baudo, era ancora in sala a provare e a riprovare gli ultimi dettagli dello show.
Poi nanna.
Ieri mattina intorno alle 11, qualcuno ha provato a entrare nella stanza di Loredana Berté al Royal (dove abitualmente cè uno psicologo) e lei ha implorato di lasciarla stare. Alle 2 del pomeriggio il suo discografico preoccupato è entrato in stanza e lei era ancora a letto come una bambina che ha fatto tardi. È il mondo che le gira intorno a essere già allopera. Il suo avvocato Ugo Cerruti si sarebbe aspettato - dopo il bailamme del brano scoperto identico a un altro di ventanni fa quantomeno una «ammissione con riserva in modo da farla gareggiare e poi eventualmente penalizzarla a concorso chiuso». Invece è stato, come spiega con toni accorati molto lontani da quelli di un legale asettico come un comma, «un compromesso allitaliana». Potenza dellintervento di Baudo, che qui è il padre putativo di Loredana Berté, luomo che si è preso la responsabilità di accettarla al Festival e ora fa i conti con la più clamorosa delle esclusioni: gli autori della canzone, Radius e Avogadro, hanno autocertificato che il brano fosse inedito. Chi invece è la mamma festivaliera di Loredana Berté è Rosanna Mani, condirettore di Sorrisi e Canzoni Tv, quaranta festival alle spalle, ma questo è forse il più sentito di tutti. Cè lei da una settimana quasi fissa nella «stanza laboratorio» della Berté, la suite al Royal dove si corrono le tappe di questo psicodramma che è la faccia dellartista: i sogni mancati, il raggiro, il senso di impotenza. «Mettetevi voi nei panni di una cantante che per un mese e mezzo ha preparato con cura la sua voce, ha riposto a tutte le aspettative su questa apparizione a Sanremo». E alla quale, cè da aggiungere, è stato (incomprensibilmente) negato anche il premio della critica. Anche se lei non lo sa e spera ancora di riceverlo tanto che, alluscita dal palco, in sala stampa, chiede ai giornalisti: «E quando me lo date questo premio?». Invece il piatto fracassato per terra o la radiolina tirata a un inserviente dellhotel sono roba dei giorni scorsi, quando la tensione era per fare il massimo sul palco e non nei camerini da squalificata. Daltronde Loredana Berté è così, imprevedibile no? Come senza previsione è stata la trattativa che ha portato il contratto discografico a transitare da Raitrade fino alla Nar di Mario Limongelli che si è ritrovato in mano un documento già verificato da altri. Ma a lei importa poco.
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