Politica

Giornata nera in Borsa. E Murdoch si defila

In calo tutti i titoli del gruppo e il magnate australiano rinuncia all’alleanza

Maddalena Camera

da Milano

Seduta negativa in Borsa per Telecom Italia che ieri ha lasciato sul terreno l’1,36 per cento. In rosso anche gli altri titoli della scuderia che fa capo a Marco Tronchetti Provera con Pirelli (meno 0,08%) e, a monte della catena, Camfin (meno 1,64%). A pesare il clima di incertezza. Tanto che Morgan Stanley ha tagliato il target price da 2,1 da 2,5 euro. Non sembra infatti ipotizzabile che il piano di ristrutturazione, come concepito da Tronchetti, possa essere attuato. E ieri il neo presidente Guido Rossi e il suo vice «operativo» Carlo Buora si sono appellati ai dipendenti chiedendo a tutti «impegno e professionalità». La situazione però è delicata. I dipendenti sono preoccupati e hanno proclamato uno sciopero per martedì 3 ottobre con manifestazione a Piazza Affari.
Le critiche al neo presidente Guido Rossi sono arrivate anche dal quotidiano britannico Ft che ha giudicato «frettolosa l’adesione di Rossi al piano strategico presentato dal suo predecessore». Strategia che potrà difficilmente essere rispettata, oltre che per la difficoltà nel poter procedere alla vendita di Tim, il braccio mobile della compagnia difesa ad oltranza dal governo, anche per avere i contenuti da distribuire con la banda larga.
Vista la mala parata, infatti, il magnate australiano Rupert Murdoch, che tiene molto ai rapporti con il governo, ha annunciato che con Telecom non ci sono più colloqui in corso. Insomma la scossa che aveva messo in moto il terremoto si è spenta e dunque l’ex-monopolista dovrà guardare altrove per trovare i contenuti per la banda larga. Una mossa che non ha fatto certo piacere a Telecom, intenzionata a trasformarsi in media company.
Ma cosa ha indotto Murdoch a un cambiamento di rotta tanto repentino? Il disappunto del magnate della News Corp che in Italia controlla l’emittente satellitare Sky potrebbe essere anche dovuto alla nota ufficiale emessa da palazzo Chigi giovedì scorso, nella quale si parla di un colloquio del 19 luglio scorso tra Prodi e Tronchetti dove l’ex presidente della società telefonica avrebbe illustrato un progetto finalizzato all’ingresso di Murdoch in Telecom attraverso il conferimento di Sky Italia. Difficile che il magnate abbia gradito tanta pubblicità, su un piano non molto segreto, che però le parti fino ad ora hanno sempre ufficialmente smentito.
Murdoch comunque non ha chiuso definitivamente la porta. E ieri rispondendo a una domanda su possibili spin-off all’interno del suo gruppo, ha spiegato che «l’unica eccezione potrebbe essere Sky Italia». A spingerlo a questa eventuale mossa, ha aggiunto, sarebbero «sicuramente motivi politici» in quanto si sentirebbe più tutelato «ad avere 50mila azionisti italiani».
Per il momento però pare difficile che Telecom trovi velocemente un partner per sostenere il debito. A negare qualunque trattativa ci sono il gruppo De Agostini, Unipol e la stessa Cdp che, pur non escludendo un possibile interesse per la rete, spiega che al momento non ci sono progetti. Quanto a Mediaset guarda con attenzione la vicenda ma non ha avviato trattative.

Oggi, intanto, i vertici Telecom si recheranno all’Authority tlc per presentare i nuovi piani.

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