da Milano
Alla forza della condanna al carcere, Cesare Previti risponde con il silenzio. Per alcuni giorni non parlerà. Lo aveva deciso già nel fine settimana quando lottimismo prendeva consistenza alimentato dalla speranza, dai boatos che rimbalzavano da Milano e da quel sentirsi innocente, detto e ripetuto in ogni luogo e forma. Nelle ultime due settimane, infatti, si erano sempre più rincorse voci che davano probabile una sentenza a favore dellex ministro della Difesa. «Sul lodo Mondadori - ripeteva Previti ai suoi collaboratori - non cè nulla; su Imi Sir ci sono le bozze della sentenza che però non erano state contestate in primo grado e che con me non centrano nulla. Insomma, siamo di fronte al deserto di prove». E così era prevalsa la linea del silenzio. Non ci sarà nessun commento dopo la sentenza della seconda Corte dappello. Come dire: vediamo cosa decidono i giudici, vediamo come trattano la notizia i giornali. E poi Previti preparerà le contromosse da mettere tutte in calendario in previsione dellappuntamento finale della Cassazione.
Lex ministro ha così passato il fine settimana, la vigilia, ritagliandosi una normalità dopo nove anni di battaglie. Sabato colazione a bordo del veliero «Barbarossa», poi di nuovo a Roma in tribuna a tifare il figlio più piccolo impegnato in una finalissima di calcio. Domenica, invece, dedicata a tempo pieno alla famiglia. Fino al giorno della sentenza trascorso nello studio di via Cicerone. La notizia della mezza condanna-mezza assoluzione gli arriva via cellulare dal difensore, ma bisogna aspettare il primo pomeriggio, la riunione delle 15 con gli avvocati Giorgio Perroni e Sandro Sammarco, quando Previti passa al microscopio e studia le quattro pagine, dalla A alla D, del dispositivo. Leffetto è micidiale. Perchè quella sfilza di «assolve» che sfronda le bordate di Ilda Boccassini, le richieste darresto respinte dal Parlamento, la storia delle intercettazioni captate, dei cd rom rotti, dei misteri e delle inchieste decollate in ritardo, ebbene, dopo una pioggia di «assolve» si arriva a una condanna a sette anni. E Previti non se ne capacita. Cerca, trova, fa emergere con i suoi difensori tutte le contraddizioni, almeno apparenti, del dispositivo. Solo alcune: perchè vengono concesse le generiche al presunto corruttore, ovvero Felice Rovelli, e non allintermediario, ovvero Previti? Come mai lepisodio corruttivo legato a Squillante risale al 91 quando allepoca si può collocare unuscita di denari dai conti dellex capo dei gip di Roma e non unentrata di somme? Quale sarebbe la corruzione del giudice Metta fino al 93? Come sono stati conteggiati i sette anni per Previti? Bisogna aspettare la fine di luglio quando la Corte depositerà le motivazioni della sentenza.
A questo punto bisognerebbe conoscere le segrete cose della Camera di consiglio durata cinque giorni in un albergo di corso di Porta Vigentina. Forse ci sono state discussioni tra i tre giudici con decisioni prese sul filo della maggioranza, come sospetta qualcuno? Difficile rispondere, trovare conferma a queste indiscrezioni. Di sicuro oggi, sono questioni che contano poco, allindomani del verdetto.
Le toghe avevano fatto affittare unintera area, numerose camere, di un piano dellalbergo. Sono rimasti rinchiusi, protetti dai carabinieri con i camerieri che portavano le pietanze.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.