da Washington
Il direttore della Cia, Michael Hayden, non ha sprecato molte parole sul caso bin Laden. Quando i giornalisti lo hanno avvicinato a un ricevimento a Washington - in onore del governo saudita - e gli hanno chiesto se sono vere le voci sulla morte del capo di Al Qaida, la risposta è stata semplice e netta: «No».
Il monosillabo del generale Hayden sintetizza la convinzione prevalente nel mondo dellintelligence Usa, allindomani delle rivelazioni della stampa francese sulla presunta morte di Osama bin Laden per tifo. Alla Casa Bianca e alla Cia nessuno crede che luomo più ricercato del mondo sia uscito di scena. Anzi, lattesa ora è per un nuovo segnale di sfida da parte di bin Laden, sotto forma magari dellennesimo messaggio audio affidato ad Al Jazira o a siti Internet.
Gli esperti di terrorismo erano già in attesa di vedere se la leadership di Al Qaida - Osama o il suo vice, legiziano Ayman al Zawahri - scenderà in campo nella polemica scatenata nel mondo islamico dalla lezione di papa Benedetto XVI in Germania. Adesso cè un motivo ulteriore, secondo gli addetti ai lavori, per aspettarsi un ritorno in scena dei mandanti dellattacco dell11 settembre 2001.
Secondo Ben Venzke, direttore di IntelCenter, una società che monitora la comunicazioni dei terroristi sul web, Al Qaida diffonderebbe in fretta su Internet la notizia della morte di bin Laden se fosse vera. «Vorrebbero senza dubbio avere il controllo - ha spiegato Venzke - su come si diffonde la storia. Se aspettano troppo a lungo, possono perdere liniziativa». Fino a oggi, invece, «non abbiamo visto niente nelle comunicazioni di Al Qaida o altri indicatori che puntino alla morte di bin Laden».
Alla Casa Bianca, il portavoce Blair Jones ha ribadito che «non può essere avvalorato» il rapporto dei servizi segreti francesi su cui si basano le presunte rivelazioni sulla morte del capo di Al Qaida.
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