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Un giorno di tira e molla e poi l’annuncio: «Inshallah, abbiamo raggiunto l’accordo»

Il premier Erdogan sente al telefono Berlusconi, il segretario Usa Rice e il ministro inglese Straw

da Ankara

«Inshallah, stiamo partendo per il Lussemburgo». Con questa frase il ministro degli Esteri turco, Abdullah Gul, ha salutato l’accordo per l’avvio dei negoziati di adesione della Turchia all’Unione Europea prima di partire, ieri sera, alla volta del Lussemburgo.
È stata, quella di ieri, la giornata dei sì e dei no. Delle riunioni plenarie e bilaterali, delle proposte e dei compromessi, di un intenso traffico telefonico da Ankara in Europa e negli Usa, e dall’Europa e dagli Usa verso Ankara. Finché alla fine la situazione si è sbloccata. E la riunione plenaria del Consiglio dei ministri degli Esteri in Lussemburgo, più volte sospesa, ha potuto riprendere ieri sera.
Alla lunga e difficile trattativa ha partecipato anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, da sempre convinto della necessità di trovare un’intesa con Ankara. È stato il premier turco Tayyip Erdogan a telefonare a Berlusconi per approfondire direttamente con lui gli ultimi particolari dell’accordo. Al collega turco il capo del governo italiano avrebbe consigliato di accettare la bozza di accordo messa a punto dai Venticinque. Subito dopo Berlusconi ha telefonato al ministro degli Esteri Gianfranco Fini, che si trova in Lussemburgo per il vertice straordinario europeo. Poi il presidente del Consiglio ha contattato il cancelliere austriaco Wolfgang Schüssel, il capo di governo europeo più ostile all’ingresso della Turchia nell’Ue. E l’argomento Turchia sarà oggi in agenda nel vertice bilaterale a Parigi tra Berlusconi e il presidente francese Chirac.
Fortissimo il sostegno degli Usa ad Ankara, espresso domenica e ieri per telefono dal segretario di Stato Condoleezza Rice al premier Erdogan e al ministro degli Esteri Gul.
Febbrili anche le consultazioni tra Erdogan e il ministro degli Esteri britannico Straw. La presidenza di turno britannica ha giocato un ruolo chiave per smussare la resistenza austriaca, che ha tentato in ogni modo di rallentare la marcia d’ingresso della Turchia.
In favore di una «piena adesione» di Ankara all’Ue si è espresso il celebre e controverso scrittore turco Orhan Pamuk, che si trova in Germania per ricevere il prestigioso Premio della pace assegnato dai librai tedeschi a Francoforte.

In dicembre Pamuk sarà processato nel suo Paese per «insulto deliberato all’identità turca» a causa di un articolo, pubblicato su una rivista svizzera, sul massacro degli armeni in Turchia nel 1915.

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