Il futuro «king of the gossip», giovane studente squattrinato, scarponi ai piedi e badile tra le braccia. Sveglia allalba, e poi in giro per Milano a spalare la neve fino allora di pranzo. «Che nostalgia per quei tempi, erano gli anni più belli», racconta adesso Alfonso Signorini, direttore di Chi e Sorrisi e Canzoni Tv. «Ai tempi delluniversità, per sbarcare il lunario, aspettavamo come una manna le previsioni del colonnello Bernacca...».
E quando il barometro segnava neve?
«Allora noi, tutti iscritti alle liste comunali, ci inchiodavamo nellanticamera di casa a presidiare il telefono. Sa, nei primi anni 80 non cerano cellulari, e lunico modo per ottenere lincarico era rispondere per primi alla convocazione telefonica. Di solito arrivava la sera tardi, dopo le undici. Una chiamata a quellora poteva voler dire due cose: o una nonna si è ammalata, oppure è il momento di andare a spalare le strade».
Un lavoro pesante, ma qualcuno doveva pur farlo.
«Beh, anche quella volta cerano due categorie. I raccomandati, come un mio amico figlio di un impiegato del Comune, se ne stavano al caldo sulle macchine spargisale. Noi figli di comuni mortali giravamo ogni angolo della città, in cambio di diecimila lire al giorno e una focaccia calda offerta dalle signore del quartiere. Lorganizzazione era molto efficiente, anche durante la mitica nevicata del 1985 in pochi giorni riuscimmo a sistemare tutto. Oggi invece...».
Come le sembra la Milano imbiancata di queste ore?
«Di universitari a spalare la neve non se ne vedono più, evidentemente non hanno più bisogno di un po di soldi extra. Oggi gli spalaneve sono tutti immigrati, e meno male che ci sono loro... Milano sotto la neve è ancora uno spettacolo magnifico, il Duomo imbiancato è unautentica magia.
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