Giovani vite sempre in bilico tra impegno civile e vergogna

Giovani vite sempre in bilico tra impegno civile e vergogna

C'è un «destino» nella prima pagina del libro di Ada Grecchi L'età delle passioni (Sperling & Kupfer). Due amici, Paolo e Roberto, figli di ferrovieri, iscritti al PCI di Reggio Emilia, nipoti di nonni i cui nomi al cimitero sono «Libero, Ideale, Comunardo», con mamme che alla domenica pomeriggio vanno in Chiesa mentre i mariti si trovano al Circolo, l'altra Chiesa. I ragazzi, giocando a calcetto, immagazzinano - senza volerlo - i loro discorsi. Più grandi, alle scelte radicali del «Se è sì, è sì» come diceva il cardinale Canestri (ricordando le zappe e le roncole appoggiate ad una cappelletta dell'alessandrino dove entrava con la mamma per una preghiera, qui a Reggio c'è sempre qualche bicicletta appoggiata al muro del Circolo), si ritroveranno militanti dell'altra Chiesa. Il protagonista Paolo, vuol stare nelle regole e diventa sindacalista a Milano, Roberto, poi arrestato, entra nelle Brigate Rosse per fare la Rivoluzione, perché «il PCI è compromesso con il potere come la DC che è fatta di antichi fascisti al governo».
Ripercorriamo i crimini del terrorismo brigatista come in un bigino. L'autrice, avvocato, top manager Enel, vicepresidente della Commissione Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con incarichi internazionali nella Commissione europea, anche Assessore alle politiche femminili presso la Provincia di Milano, si è documentata attraverso Piombo rosso di Giorgio Galli e Che cosa sono le BR di Fasanella-Franceschini ma, leggendo, la memoria si fa Coscienza. Ci par chiaro che il suo ripercorrere il passato nasce da riflessioni personali di chi come lei, classe 1936, queste vicende le ha viste come tanti di noi di quella generazione ed altre vicine.
Il racconto si fa analisi del periodo in cui «gli esagitati avevano bisogno del mondo del lavoro per fare la rivoluzione». Alla prima occupazione di fabbrica a Lambrate in un'azienda di prodotti elettrici, alla Falk e all'Enel di Porta Volta, segue il 1969 di piazza Fontana. Segue nel '74 il rapimento di Sossi «fascista sei il primo della lista», l'assassinio di Coco per cui un compagno di Paolo commenta: «Noi non piangiamo quando muore un servo dello Stato».
In un'escalation di sangue e terrore (lunghissimo l'elenco dei gambizzati o giustiziati dalle BR nel '77 a Milano, da Montanelli a Casalegno), arriva il caso Moro. Alla sua morte seguono i cortei di chi credeva si sarebbe potuto salvarlo e le sofferte dimissioni, nel nostro Paese in cui nessuno si era mai dimesso, di Cossiga Ministro dell'Interno. La confusione drammatica di quegli anni continua con gli assassini di Alessandrini, Tobagi, Simone e Trantelli, il suicidio di Cagliari (Psi) coinvolto in Tangentopoli, le morti di D'Antona e Biagi. Quando il giudice non chiude le indagini su Cagliari e se ne va in ferie, questi, prima del suicidio, scrive: «Ci trattano come non-persone, come cani ricacciati ogni volta al canile».
Uno spartiacque è però la morte di Moro da cui le BR attendevano legittimazione politica, mentre il consenso, sia pure strisciante nel mondo del lavoro, davanti a quel crimine cessò. È la pagina 138 del libro, grande pagina di Coscienza civile, come altre pagine di Coscienza riguardano Craxi al cui decisionismo e alla cui politica di rigore si deve il ritorno dell'ordine nel Paese con la sconfitta delle BR.
Alla vicenda personale e politica di Paolo, costretto a lavorare a Bruxelles (non aveva voluto collaborare ed è iscritto nelle condanne a morte delle BR) e alla sua paura quotidiana che lo accomuna ad altri dell'industria, colpiti dall'intimidazione brigatista al punto di sospettare ogni auto che li tallonasse, s'innesta la sua peripezia d'amore con moglie e amante perché il libro è storia confezionata in romanzo per meglio digerirla. Il triangolo è banale ma quasi inevitabile per un giovane del '68 e della liberazione sessuale: la moglie, una «strisciona» come nella Bassa si dice delle donne dal sedere basso, per di più con baffi e gambe non depilate, l'amante che incarna il nuovo trend di bellezza femminile, d'indossatrice anoressica. Alla fine - il tempo è galantuomo - Paolo scopre, mentre la moglie sta facendo la chemio, che è stata lei la donna della sua vita, che l'ha fatta soffrire ma i loro silenzi si sono riempiti nel tempo di cose costruite insieme. E va nel senso di una maggiore comprensione del mondo una perla del libro a pagina 84: l'amante di Paolo, alla ricerca del padre inglese, trova ad Edimburgo mentre visitava Holyrood Palace, senza averla mai vista né averne letto, un'Abbazia di frati diroccata e bruciata secoli prima.

Lei sapeva che c'era e dato che l'autrice è appassionata delle antiche Chiese d'Inghilterra, il particolare autobiografico va nella direzione della frase di Shakespeare che «tra cielo e terra ci sono molte più cose di quanto creda l'uomo».

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