Giovanni Cantoni e l'islamicamente "scorretto"

Cosa intendiamo per "islamicamente corretto" e quali pericoli si celano nell'accettazione delle sue direttive? Al saggista piacentino Giovanni Cantoni il compito di rispondere nell'arco di sei capitoli

Giovanni Cantoni e l'islamicamente "scorretto"
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Il caravanserraglio mediatico che nelle ultime settimane informa sul mondo islamico assomiglia a una fiera, nella quale gli strilloni di una mercanzia, chiamata guerra, rumoreggiano, al fine di bombardarci con sensazionalismi di ogni tipo. Dinanzi alla vanità di informazioni durevoli un fiat, siamo privati di analisi dal respiro lungo, in grado di individuare le radici profonde di una crisi di civiltà, dietro alla quale, oggi, si cela l'orrore di una possibile guerra nucleare. Ecco che torna in libreria un testo che parla a tutti: Giovanni Cantoni, Aspetti in ombra della legge sociale dell'Islam. Per una critica della vulgata islamicamente corretta (Edizioni di Cristianità).

Cosa intendiamo per "islamicamente corretto" e quali pericoli si celano nell'accettazione delle sue direttive? Al saggista piacentino Giovanni Cantoni (1938-2020), una delle penne più eleganti del cattolicesimo conservatore, il compito di rispondere nell'arco di sei capitoli. "Di fronte ad Allah non ci sono bestie peggiori di coloro che sono miscredenti e che non crederanno mai preparate, contro di loro, tutte le forze che potrete ". Alla sola citazione dei versetti 55-60 dell'ottavo capitolo (in arabo genericamente denominato sura) del Corano, intitolato Al-Anfâl (Il bottino), una goccia di sudore freddo dietro la schiena non ve la toglie nessuno. L'ex allievo del pensatore cattolico Augusto del Noce chiosava, senza timori, come l'essere considerato una bestia, in quanto non sottomesso ad Allah, l'unico Dio annunciato dal profeta Maometto, in virtù di quell'atto di soggiacenza, chiamato Islam, "urta frontalmente la concezione della religione corrente in Occidente, concezione che ne fa di suo una realtà buona, associata a idee di benevolenza". Non contento di rischiare sulla sua persona una fatwa, disposizione sanzionatoria che nel 2022 è costata un occhio e una mano al romanziere infedele Salman Rushdie, il fu reggente di Alleanza Cattolica ripercorreva le tappe della cultura europea che hanno diffuso lo stereotipo dell'islamico sempre buono, nonché vittima di pregiudizi culturali inflittigli da appartenenti ad altre culture.

Il "relativismo buonista" ha messo tutto e tutti sullo stesso piano, sulla base di comparazioni infondate tra le epoche del passato (ma quanto c'azzecca il paragone tra le Crociate del secolo XIII e l'attacco terroristico dei filopalestinesi al villaggio olimpico di Monaco di Baviera del 1972?). La prefazione al volume del gesuita arabo Samir Khalil Samir lo comprova: "dall'ignoranza di quanto è centrale e di quanto accessorio nella dottrina coranica deriva anche una sostanziale imprudenza degli Europei nel trattare con i musulmani".

Un approccio diverso all'islamismo avrebbe evitato quelle tragedie della contemporaneità, passate alla storia come attacco alle Torri Gemelle e azione dei terroristi di Hamas il 7 ottobre 2023? Il lascito spirituale e intellettuale di Cantoni aiuta a dismettere quel burqua, intessuto di connivenze e silenzi, che avvolge tutti noi, in una morsa ogni giorno più soffocante.

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