da Milano
Invece che in piazzetta, a Capri, per laperitivo, questa mattina lappuntamento è in piazza, a Roma, per il girotondo. Considerata la giornata afosa, gli esperti di eleganza consigliano per lintellettuale chic girotondino una giacca in lino pettinato, color kaki, mocassini inglesi e una camicia di cotone leggero senza cravatta, tipo botton down di Brooks Brothers, meglio se del negozio nella Fifth Avenue a Manhattan. Per lindirizzo esatto della boutique newyorkese chiedere a Furio Colombo, che a New York ci ha lavorato per anni come alto dirigente della Fiat. Perché dopo aver firmato nel 71 il manifesto contro il commissario Luigi Calabresi, nel 78 Colombo firma per Gianni Agnelli un bel contratto da direttore delle relazioni esterne di Fiat Usa, e poi nel 1983 un altro ancora più appetitoso, da presidente del ramo americano di Fiat, attico a Manhattan e benefit vari da vero supermanager, prima di tornare alla lotta di classe. Si capisce che letica è affar suo, come di tutti gli altri liberi pensatori che oggi girotonderanno insieme in piazza Navona per opporsi alle leggi canaglia, prima di partire per Capalbio.
Se la democrazia è in pericolo, loro invece stanno benissimo, occupano poltrone importanti, hanno stipendi di lusso, frequentano i salotti che contano. Ma sintende, quello che gli sta a cuore è solo il bene del Paese, non il loro. Prendete ancora Furio Colombo, 339mila euro di reddito nel 2005 (è ancora parlamentare, per la terza volta). Prima di passare allUnità per guidare la «resistenza» al regime berlusconiano ha passato nove anni nel Cda della «Overseas Union Bank and Trust» di Nassau, «la banca off shore delle tangenti Fiat». Chi racconta limbarazzante circostanza? Marco Travaglio, altro girotondino dell8 luglio, che grazie ai libri e alla vena anti-Cavaliere mette insieme un reddito da 282mila euro all'anno (nel 2005). Chissà se ricorderà a Colombo quellepisodio, mentre si stringono la mano nel girotondo. Un altro dei molti paladini delle libertà civili che hanno aderito allappello della rivista Micromega (ah, se anche la comprassero...) diretta dal capo-girotondino Paolo Flores dArcais, è Dario Fo, premio Nobel militante. Malgrado sua moglie Franca Rame sia diventata senatore della Repubblica, il reddito del marito è di gran lunga più alto, 116mila euro nel 2005. Si capisce, è un genio del teatro, ha riscoperto la commedia dellarte italiana, ha inventato Mistero buffo. In politica però ha le idee meno chiare. Negli anni 70 è stato esponente di Soccorso rosso e sostenitore di Mao Tze Dong quale vero interprete del marxismo. Finché non si è scoperto che, giovanissimo, Fo aveva prestato il suo genio alla Repubblica di Salò, come paracadutista nel Battaglione Azzurro di Tradate. Franca Rame invece si è arruolata nelle truppe dipietriste, e chissà se ci sarà anche lei in piazza con il suo leader Antonio (e il senatore Pancho Pardi), il più attivo moralizzatore della politica italiana insieme a Beppe Grillo.
Sommati, Di Pietro e Grillo, fanno un patrimonio milionario tra immobili e redditi. Più di 4milioni di euro di imponibile per il comico, circa 187mila per Di Pietro, che oltre allindennità da ex ministro e lo stipendio da deputato gode di un fiuto particolare per il mattone. Memorabile il magheggio con cui diede in affitto al suo partito un suo immobile, acquistato con un mutuo. In pratica, lItalia dei valori (con i soldi del finanziamento pubblico) finanziava il mutuo del suo leader. Per non entrare poi nei misteri della sua partecipazione al 50% in una società immobiliare con sede a Varna, in Bulgaria, sul Mar Nero.
Non se la passa male nemmeno laltro firmatario dellappello di Micromega, Umberto Eco, 2 milioni e passa di reddito, anche se a sentire lui sembra non veda lora di espatriare. Ogni volta dice che se ne va a Parigi, poi rimane sempre a Bologna. Forse aspetta che qualcuno avveri quel suo progetto per il rilancio dellItalia, cioè eliminare fisicamente «una decina di vecchi», over settanta tra cui non è difficile individuare un premier che Eco vorrebbe vedere orizzontale. E Sabina Guzzanti? Certo, cè anche lei in piazza Navona. Ora è appena tornata da un viaggio nel mondo per studiare lo situazione della satira negli altri Paesi, visto che in Italia secondo la Guzzanti la satira è vietata da quando lei non lavora più in Rai.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.